Per il Wall Street Journal gli Usa usano le trattative per fare pressione sui partner affinché limitino i loro rapporti con la Cina. Indagine del governo americano sui minerali essenziali
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Il presidente americano Donald Trump (Ansa)
L'amministrazione Trump intende usare le trattative sui dazi per fare pressione sui partner commerciali americani affinché limitino i loro rapporti con la Cina. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali l'idea è quella di ottenere l'impegno dai partner americani di isolare la Cina in cambio di una riduzione delle barriere commerciali. «Gli Stati Uniti stanno incassando numeri record con i dazi doganali, con il costo di quasi tutti i prodotti in calo, inclusi benzina, generi alimentari e praticamente tutto il resto. Allo stesso modo, l'inflazione è in calo. Promesse fatte, promesse mantenute!». Così il presidente Usa Donald Trump su Truth rilancia la sua politica sulle tariffe.
In un'intervista a Fox Noticias il presidente aveva sottolineato lo stesso concetto: «Con i dazi stiamo incassando centinaia di miliardi di dollari dopo molti decenni in cui siamo stati derubati. È il momento di non permetterlo più». Il presidente inoltre ha firmato un ordine esecutivo che punta a ridurre il costo dei medicinali concedendo agli Stati più potere e migliorando il processo delle trattative. «Questo ordine offrirà sollievo agli anziani e a chi ha un reddito basso e dipende dall'insulina», ha detto la Casa Bianca.
Indagine se siano necessari o meno dazi sui minerali essenziali
Donald Trump ha lanciato un'indagine per accertare se siano necessari o meno dazi sui minerali essenziali. L'inchiesta è stata avviata in base alla “Sezione 232” del Trade Act del 1962, che consente di limitare le importazioni ritenute una minaccia per la sicurezza nazionale, e potrebbe tradursi in nuovi dazi.
Le Poste di Hong Kong fermano le spedizioni verso gli Usa
Le Poste di Hong Kong Post hanno annunciato che «non riscuoteranno nei modi più assoluti alcun dazio per conto degli Stati Uniti e sospenderanno l'accettazione di invii postali di merci destinate verso gli Usa». In una nota, Hong Kong Post ha detto che interromperà l'accettazione della posta ordinaria di articoli diretti negli Stati Uniti con effetto immediato e della posta aerea a partire dal 27 aprile. La mossa segue l'ordine esecutivo del presidente Donald Trump sul blocco dell'esenzione doganale americana per i piccoli pacchi provenienti dalla Cina (la clausola 'de minimis') di valore pari o inferiore a 800 dollari.
«Gli Stati Uniti sono irragionevoli, intimidiscono e impongono dazi in modo abusivo - ha accusato Hong Kong Post nella sua nota -. Per l'invio di articoli negli Stati Uniti, i cittadini di Hong Kong dovrebbero essere preparati a pagare tariffe esorbitanti e irragionevoli». Per i pacchi di posta ordinaria diretti negli Usa non ancora spediti, il servizio provvederà a contattare i mittenti per la restituzione degli articoli e il rimborso delle spese postali sostenute a partire dal 22 aprile. Mentre gli invii postali relativi soltanto ai documenti non saranno interessati. Hong Kong, un porto franco con politiche commerciali proprie, non ha seguito l'esempio della Cina sull'imposizione di dazi di ritorsione di fronte alle mosse di Trump, ma ha visto negli anni la continua erosione del suo status commerciale speciale con Washington in risposta alla stretta sui diritti e le libertà decise nell'ex colonia britannica da Pechino.