A Roma in occasione della cerimonia organizzata dalla Fao il presidente della Repubblica sottolinea la difficoltà nel contrastare povertà e scarsità di cibo
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Oggi è la Giornata mondiale dell’alimentazione promossa dal Fao, organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura, fondata dalle Nazione Unite durante la Seconda guerra mondiale, con l’obiettivo di far fronte ai problemi di surplus e deficit alimentari, soprattutto in molti paesi poveri, dove le risorse non erano sufficienti per sfamare l’intera popolazione. In occasione di questa celebrazione, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha presenziato alla cerimonia di apertura: «Il diritto al cibo e all’acqua sono iscritti dentro un più ampio diritto alla vita, e sorreggono un’idea di sicurezza umana che richiede cooperazione. La sfida è dare vita e dignità alle persone, ai popoli, di ogni latitudine».
Durante il suo discorso non è mancato il riferimento alla tragica e preoccupante questione mediorientale: «La fame è causa concorrente o scatenante di violenze e anche di guerre, e contrastarla è una preziosa opera di pace. È un compito difficile e complesso, che richiede consapevolezza da parte dei decisori a cui far seguito con un impegno coordinato di tutti. Assistiamo, invece, ad un preoccupante aumento delle tensioni internazionali, ad un allargarsi delle faglie fra Paesi e fra regioni del mondo e a un ritorno di atteggiamenti imperialistici e dei nazionalismi».
Il presidente Sergio Mattarella ha continuato sottolineando anche l’importanza dell’acqua per la nostra vita su questo pianeta. L’umanità sta correndo un rischio molto alto, al cambiamento climatico che contribuisce in gran parte alla desertificazione di vaste aree del pianeta, e che spesso è causa anche di disastri ambientali, si aggiungono i conflitti che acuiscono una situazione già molto instabile. Sono, infatti, gli scontri tra popoli che creano maggiore instabilità e scarsità di beni di prima necessità, soprattutto nei Paesi più fragili, incalza il Presidente: «La fame è causa concorrente o scatenante di violenze e anche di guerra, e contrastarla è una preziosa opera di pace».