Il leader di Azione lo ha comunicato ieri sera dopo l'intesa dei democrat con Si e Verdi. L’ira di Letta: «Onore è rispettare la parola data. Il resto è populismo d'élite»
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Carlo Calenda rompe l'intesa con Enrico Letta e scatena l'ira dei dem. Il fronte progressista messo pazientemente insieme dal segretario Pd per sfidare FdI, Lega e Fi ha perso un pezzo, quello di centro, che era stato il più corteggiato, il più difficile da convincere.
A pochi giorni dal patto firmato, il leader di Azione ha fatto retromarcia. «È una delle decisioni più sofferte - ha detto - ma non intendo andare avanti con questa alleanza». A fargli cambiare idea, ha spiegato, è stata l'aggiunta dei «pezzi stonati», cioè gli accordi che Letta ha stretto sia con Sinistra italiana e Verdi sia con Luigi Di Maio e Bruno Tabacci.
Una giustificazione che ha fatto infuriare il Pd: «Onore è rispettare la parola data. Il resto è populismo d'élite». Perché - ricordano i dem - quando è stato siglato quell'accordo con Azione, era inteso che ci sarebbero stati patti anche con le altre forze. Per Calenda, però, la coalizione del Pd «è fatta per perdere. C'era l'opportunità di farne una per vincere. La scelta è stata del Pd, sono deluso».
La risposta di Letta è stata lapidaria: «Da tutto quel che ha detto, mi pare che l'unico alleato possibile per Calenda sia Calenda. Se lo accetta. Noi andiamo avanti nell'interesse dell'Italia». L'annuncio di Calenda è arrivato in Tv, a in Mezz'Ora, dopo ore di un insolito silenzio social, che ha lasciato in sospeso i potenziali alleati, reduci dagli accordi firmati il giorno precedente.
Letta ha lavorato per mesi a un fronte che fosse il più largo possibile, con l'obiettivo di giocare la difficile partita del 25 settembre, di contrastare un centrodestra dato come favorito nei sondaggi e che si presenterà unito, con una legge elettorale che premia le alleanze. Il quadro delle coalizioni al centro e a sinistra è stato stravolto.