Il frontman dei Måneskin potrebbe essere tra gli ospiti della finale del contest europeo a Basilea. Un ritorno sul palco che lo ha consacrato, mentre prepara il debutto da solista
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Philippe Labrosse / Hans Lucas
Un ritorno alle origini o una nuova consacrazione? Secondo un'indiscrezione lanciata dal tabloid svizzero Le Matin, Damiano David potrebbe essere tra gli ospiti speciali della finale dell'Eurovision Song Contest 2025, che si terrà il prossimo 17 maggio a Basilea. Un’ipotesi che, se confermata, segnerebbe il ritorno del cantante romano sul palco che nel 2021 l’ha proiettato nell’Olimpo della musica internazionale con i Måneskin.
L’accordo con l’organizzazione dell’evento non sarebbe ancora chiuso, ma le trattative sarebbero in corso. E c'è un dettaglio che fa sognare i fan: la performance all’Eurovision potrebbe essere la vetrina perfetta per lanciare ufficialmente il primo album solista di Damiano, un progetto su cui sta lavorando da mesi tra Roma, Londra e Los Angeles.
D’altronde, il rapporto tra Damiano e l’Eurovision è una storia di successo e controversie. La vittoria a Rotterdam con Zitti e buoni ha trasformato i Måneskin da band emergente a fenomeno globale, ma ha anche portato con sé polemiche e accuse infondate, come quella – ormai celebre – di presunto uso di cocaina in diretta. «Io ho sbagliato a fare il test antidroga e a smentire. Dovevo essere per sempre quell’icona che in mondovisione, nel momento più importante della sua vita, non resiste e si fa una striscia in diretta», ha raccontato di recente, ironizzando sulla vicenda.
Ma mentre i Måneskin sono diventati un’istituzione del rock internazionale, Damiano ha deciso di prendere una strada nuova, più personale, e l’Eurovision potrebbe rappresentare l’occasione perfetta per il lancio definitivo della sua carriera solista.
«Mio fratello scrollando Instagram ha trovato il video del bootcamp di X Factor e diceva: "Guarda quanto sei cambiato, sembrano passati 10 anni"», racconta Damiano. E in effetti, da quel lontano 2017, tutto è cambiato. O quasi. «Dove vivo è cambiato, il lavoro che faccio è cambiato. Ma frequento ancora le stesse persone e io mi sento di essere rimasto uguale», dice il cantante, ricordando gli esordi con la band.
A dargli forza all’epoca era l’incoscienza: «Non so per quale motivo, ma ero convinto di essere il più bravo di tutti. Negli anni ho perso questo lato, più facevo cose importanti e più mi mettevo in dubbio. Ma allora pensavo: entriamo, facciamo quello che dobbiamo fare e poi, se vinciamo o meno, non fa differenza».
Un atteggiamento che ha contagiato anche il resto della band: «Ero riuscito a passare questa iper sicurezza agli altri, anche se era solo una facciata per proteggermi da ansie e dubbi. Loro, essendo musicisti migliori di me, erano più tecnici e mi supportavano».
Già a X Factor, il talento della band era evidente. «Gli altri portavano cinque o sei canzoni ai giudici per le artist proposition. Noi abbiamo suonato 40 pezzi in due ore e mezza. Manuel Agnelli disse: "Dobbiamo solo decidere in che giorno fare questa canzone". Eravamo più pronti degli altri, e quando hai visibilità o la usi o la perdi».
Oggi Damiano David non è più il ragazzo che suonava per strada a Roma, ma un artista internazionale che ha scelto di vivere tra l'Italia e gli Stati Uniti, dove ha lavorato al suo primo album solista.
«In sei mesi ho scritto tutto il disco, ho fatto la promo e parte del tour. Ho vissuto per diversi mesi a Los Angeles, che all’inizio non mi piaceva perché la vivevo come un turista, sempre in albergo e con Uber. Poi, andando a convivere con la mia compagna (Dove Cameron, ndr), è cambiato tutto. Ho affittato una macchina, ho i miei amici, i produttori con cui lavoro e il mio giro. Ora è meno una città fantasma per me».
La sua giornata tipo? «Sveglia alle 9, colazione abbondante, palestra. Poi sessioni in studio che possono finire alle 16 o alle 2 di notte».
Un metodo di lavoro rigoroso, che lo ha portato a distaccarsi dal mito della rockstar che vive di eccessi: «Il tour è una cosa molto vicina all'atletismo agonistico. Rischi di farti male, devi essere in forma».
Ma se c'è una cosa che lo fa arrabbiare, è quando qualcuno lo accusa di essersi "venduto agli americani": «Ma che mi sono venduto? Tu non sai nulla di come funziona questo lavoro e questa industria. Come ti permetti di giudicare le mie scelte senza sapere minimamente niente?».
E sui fan più affezionati, rivela un dato curioso: «In Francia ci amano tantissimo, nonostante la rivalità storica con l’Italia. Mi vogliono bene, sono carinissimi e i numeri che facciamo lì sono folli».
Dopo la vittoria di Sanremo 2021, che lo stesso Damiano ha definito «una cosa inspiegabile», i Måneskin sono diventati la band italiana più famosa al mondo. Un successo che ha portato con sé pressioni e aspettative.
«Il pubblico ci ha dato un attestato di stima, come la Roma che ribalta il 4-1 del Barcellona. Una possibilità su un miliardo e ce l’abbiamo fatta», dice con orgoglio.
Ma adesso è il momento di una nuova avventura. «Essendo da solo, a volte mi annoio di più. Però io sono molto pragmatico, quindi il fatto di essere l’unico a decidere accorcia i tempi. Con la band dovevamo sempre coordinarci, se dovevamo trovarci alle tre in hotel, io ero lì alle 2:59, Vittoria e Thomas sempre in ritardo di 20 minuti e Ethan, quando faceva tardi, spariva per un’ora e mezza».
Una gestione più diretta, che lo aiuta a concentrarsi sulla musica senza distrazioni. E l’Eurovision potrebbe essere la cornice perfetta per presentare al mondo il suo nuovo percorso artistico.
La conferma ufficiale sulla sua partecipazione alla finale del contest ancora non c’è, ma una cosa è certa: Damiano David è pronto a scrivere un nuovo capitolo della sua carriera, con o senza Måneskin.