È la prima volta che viene accertato il passaggio del Sars-Cov2 da un gatto a un essere umano. La notizia è stata diffusa da un team scientifico thailandese che ha pubblicato su una rivista specializzata - Emerging Infectious Diseases – quelle che ha definito come «solide prove» della trasmissione.

L’episodio risale alla prima settimana di giugno e riguarda una veterinaria, contagiata mentre era intenta a fare il tampone a un gatto, dopo che i suoi padroni erano stati ricoverati per Covid. Mentre era intenta ad eseguire il test, l’animale domestico – poi risultato positivo - ha starnutito, infettando la veterinaria che pur avendo indossato mascherina e guanti, non aveva occhiali di protezione. Tre giorni dopo i sintomi del Covid sono stati evidenti e successive analisi genetiche hanno confermato che si trattava dello stesso virus che aveva infettato il gatto.

«Sapevamo da due anni che era una delle possibilità» ha commentato su Nature Angela Bosco-Lauth, una scienziata della Colorado State University. In realtà, che i gatti potessero infettarsi senza però sviluppare particolari problemi era già emerso. Così come è noto che altri animali, come i visoni, possono essere veicolo di contagio, oltre ovviamente ai pipistrelli, che – come è noto – molto probabilmente hanno avuto un ruolo chiave nello scoppio della pandemia in Cina.

Ora anche il gatto entra tra le specie che possono fare da veicolo al virus, anche se secondo gli esperti il livello di rischio resta molto basso.