Inizierà domani la distribuzione alle Regioni e alle Province autonome dei primi 11.200 trattamenti dell'antivirale Paxlovid, la pillola anti Covid di Pfizer, dopo la firma del contratto tra la struttura del Commissario per l'emergenza Francesco Figliuolo e la casa farmaceutica americana.

La pillola Pfizer

Il contratto prevede la fornitura di complessivi 600mila trattamenti nel corso del 2022, i quali verranno progressivamente distribuiti alle Regioni, non appena disponibili, secondo le indicazioni del Ministero della Salute e dell'Aifa. Nel frattempo il coordinatore del Cts Franco Locatelli ha parlato delle vaccinazioni dei bimbi nella fascia 0-5 anni che potrebbero essere possibili già dalla primavera. In questo caso saranno previste due dosi e ci sarà un dosaggio "ulteriormente ridotto" rispetto a quello che viene proposto per i bambini tra i 5 e gli 11 anni.

Il monitoraggio Gimbe

Dopo tre settimane di sostanziale stabilità intorno a quota 1,2 mln, negli ultimi 7 giorni netta flessione dei nuovi casi Covid (-24,9%), che si attestano a poco più di 900 mila e dei casi attualmente positivi (-7,9%). Lo rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. Riduzione che si registra in tutte le regioni (dal -7% del Molise al - 46,9% della Puglia) ad eccezione della Sicilia dove pesano i ricalcoli. La diminuzione dei casi, spiega Nino Cartabellotta, presidente Gimbe, «in parte è dovuto al calo dei tamponi totali (-8,1%) e in parte a una minore circolazione del virus, che però resta ancora molto elevata».

Il calo dei tamponi

Per quanto riguarda i test, in particolare, rileva Gimbe, si registra un calo del numero dei tamponi totali (-8,1%), passati da 7.327.579 della settimana 19-25 gennaio a 6.731.291 della settimana 26 gennaio-1 febbraio, con una diminuzione sia dei tamponi rapidi (-312.410; -5,6%) che di quelli molecolari (-283.878; -16,5%). Scende la media mobile a 7 giorni del tasso di positività di tamponi molecolari (dal 22,9% al 19,7%) e antigenici rapidi (dal 14,0% all'11,6%).

La pressione sugli ospedali

Resta ancora alta la pressione sugli ospedali a causa del Covid-19 ma, nella settimana dal 26 gennaio al primo febbraio, si iniziano a intravedere i primi miglioramenti. Rispetto alla settimana precedente, infatti, scendono dell'8,4% i ricoveri in terapia intensiva (passati da 1.691 a 1.549) e rimangono sostanzialmente stabili, con un -0,8%, i ricoverati con sintomi (scesi da 20.037 a 19.873). I decessi sono stati 2.581 e vedono, invece, un leggero aumento del 2,5%. È quanto emerge dal nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.

I non vaccinati

Al primo febbraio «sono ancora 7,4 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino, tra cui 2,46 milioni della fascia 5-11 anni e 693 mila della fascia 12-19 che influenzano la sicurezza delle scuole, oltre a 1,89 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave che alimentano i ricoveri in area medica e in terapia intensiva». L'84,8% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino e l'80,9% ha completato il ciclo vaccinale. Il tasso di copertura terze dosi è al 79,6% con nette differenze regionali, specifica poi Gimbe.

Le province con incidenza superiore ai 2mila casi

Scendono da 51 a 20 le Province con incidenza superiore ai 2.000 casi per 100.000 abitanti. In particolare oltre quota 2mila casi per 100mila abitanti sono: Bolzano (2.644), Forlì-Cesena (2.524), Vicenza (2.443), Pordenone (2.402), Macerata (2.401), Ravenna (2.345), Rimini (2.306), Fermo (2.258), Gorizia (2.216), Bologna (2.214), Ascoli Piceno (2.188), Ancona (2.131), Pesaro e Urbino (2.127), Reggio nell'Emilia (2.123), Verona (2.109), Trieste (2.051), Treviso (2.042), Ferrara (2.038), Livorno (2.037) e Padova (2.031). (ANSA).