Il primo contagio europeo in assoluto potrebbe essersi verificato a Monaco di Baviera. A dichiararlo gli stessi medici tedeschi, in una ricerca apparsa il 5 marzo sul New England Journal of Medicine
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Sono i medici tedeschi, in una lettera pubblicata dal New England Journal of Medicine del 5 marzo, ad ammettere che il primo europeo ad aver contratto l'infezione del nuovo coronavirus e ad averla trasmessa al resto della popolazione, Italia compresa, potrebbe essere un loro connazionale di 33 anni di Monaco di Baviera. Il contagio, secondo le loro ricerche, sarebbe avvenuto nonostante il paziente zero fosse in totale assenza di sintomi.
Il paziente zero
L'uomo, il 20 e il 21 gennaio aveva partecipato a un meeting accanto ad una collega di Shanghai, anch'essa in Germania dal 19 al 22, asintomatica. La donna, che aveva accusato i primi malori il 26 gennaio durante il volo di ritorno in Cina, era stata trovata positiva al virus 2019-nCov, ed il 27 gennaio aveva informato i partner tedeschi della propria positività. Il 33enne reduce da una breve influenza, che per quella data era rientrato al lavoro, era comunque stato trovato positivo, sebbene ormai asintomatico. Il 28 gennaio era emersa la positività di altri tre impiegati della stessa compagnia. Il caso, proprio per questo contagio in assenza di sintomi, e a seguito di una guarigione, aveva destato molto scalpore. Oggi, la scoperta che proprio questo episodio possa essere all'origine della diffusione europea del virus.
Il caso all'origine di molti altri
Insomma: le sequenze genetiche del coronavirus ottenute in Italia sono ancora poche, ma sufficienti per capire che non sono stati gli italiani a diffondere l'infezione.Una mappa genetica pubblicata da www.nextrstrain.org, evidenzia inoltre come lo stesso caso potrebbe essere stato all’origine di una catena di contagi, ed essere collegato a molti casi in Europa e in Italia. Inoltre, percorsi e mutazioni genetiche del coronavirus dimostrano come sia entrato in Europa più volte. Circa un quarto delle nuove infezioni in Messico, Finlandia, Scozia e Italia, ed i primi casi in Brasile, appaiono geneticamente simili al focolaio di Monaco. «La viremia può permanere anche dopo la scomparsa dei sintomi - conferma Walter Ricciardi , rappresentante del Comitato esecutivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e consigliere del ministro Speranza. Ci deve indurre alla sorveglianza dei pazienti dimessi dopo ospedalizzazione, ai quali è consigliabile fare un tampone anche dopo le dimissioni».