Interrogatorio protetto per il piccolo di 8 anni in Procura. Intanto dà esito negativo la segnalazione che indicava la presenza di Kata su un bus a Bologna. La mamma è ancora in ospedale dopo aver ingerito della candeggina
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Accelerazione nelle ricerche per trovare la piccola Kata, la bimba di 5 anni scomparsa a Firenze ormai da sabato 10 giugno. Il clou è stata la perquisizione con oltre 30 carabinieri del condominio confinante con l'ex hotel Astor, al civico 34 di via Boccherini, dopo che i magistrati avevano ascoltato il fratellino di 8 anni della bimba insieme allo zio, il fratello della madre Kathrina.
I carabinieri hanno anche sentito tutti gli occupanti abusivi che vivono dentro l'ex hotel da dove è sparita la bimba di 5 anni. Poi la maxi ispezione: una fila di auto piene di carabinieri a metà pomeriggio è arrivata e sono partite le verifiche nel palazzo adiacente l'occupazione e nello stesso ex hotel. Un'ispezione vasta, che però non avrebbe dato riscontri secondo quanto ha sottolineato l'Arma in serata. Già la mattina i magistrati Christine von Borries e Giuseppe Ledda erano stati nell'ex albergo per un sopralluogo di un'ora e mezza e quindi erano tornati in Procura per l'interrogatorio protetto del fratellino con cui sono state ricostruite le attività, i giochi, le abitudini dei tanti bambini dentro l'Astor. Una è il 'passaggio segreto' tra l'ex albergo e il cortile del condominio vicino, un gioco attraverso il confine delle due proprietà, tramite un cancellino verde. Secondo i genitori i bambini non ci andavano, anche per la presenza - sono i racconti - di un occupante di cui i piccini hanno paura.
Ma Kata è sparita ormai da giorni e non si lascia nulla al caso. I carabinieri setacciano appartamenti, garage, scantinati. I vigili del fuoco sfondano una porta, aprono e perlustrano i pozzi neri, alzano le saracinesche dei box verificano ogni angolo. Viene anche ispezionato il tetto. Tutto per cercare Kata. Tra le due proprietà è stato un andirivieni, anche col fratellino, per percorrere un tragitto possibile, un itinerario che forse potrebbe essere stato usato da ipotetici rapitori per portare via Kata senza uscire dal cancello principale che dà sulla strada. Perchè la Dda indaga per sequestro di persona a scopo di estorsione, una sorta di rapimento per vendicarsi e ottenere qualcosa. Muri di giardini, resede, locali sprangati, sembrano non far comunicare i due edifici, è un dedalo ma passaggi interni e segreti, sostengono gli abitanti, rendono possibile tagliare l'isolato dall'interno senza camminare in strada e raggiungere via Monteverdi, una via traversa. Un labirinto che avrebbe potuto permettere di portare via Kata senza essere visti.
Gli investigatori dei carabinieri sono stati incaricati anche di interrogare a tappeto tutti gli occupanti che vivono all'interno dell'ex hotel Astor chiedendo se hanno notizie utili a rintracciare Kataleya, o tracce anche per delineare il contesto in cui la piccola vive. È una corsa per tenere viva la speranza accesa in mattinata da una segnalazione che indicava la presenza di Kata sabato scorso su un bus a Bologna. Ma il piano di ricerca della prefettura ha dato esito negativo. La mamma di Kata, dopo avere ingerito candeggina, è ancora in ospedale. Il papà, anche lui disperato da avere tentato il suicidio, è in carcere. Tra i parenti però nonostante queste ore tremende si nutre fiducia: «Abbiamo una speranza in più, non posso dire che cosa, ma noi abbiamo questa fede», ha detto Elisa Suarez, zia della bimba scomparsa. Un modo anche questo per riempire il vuoto di questi giorni senza una bimba di 5 anni.