Il giudice del lavoro ha dichiarato illegittimo il licenziamento: le contestazioni di presunte vessazioni ai danni della giovane dottoressa scomparsa a marzo 2021 non sarebbero configurabili come maltrattamenti. L'Azienda sanitaria dovrà pagargli le retribuzioni degli ultimi due anni
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Il giudice del lavoro di Trento ha dichiarato illegittimo il licenziamento di Saverio Tateo, ex primario dell'unità operativa di ginecologia e ostetricia dell'ospedale del capoluogo trentino. Tateo era stato licenziato dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss), con il parere positivo del comitato dei garanti, l'8 novembre 2021, a nove mesi dalla scomparsa della ginecologa Sara Pedri, avvenuta il 4 marzo 2021.
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Il medico era finito nella bufera in seguito alle accuse di mobbing e maltrattamenti nei confronti della 31enne originaria di Forlì, emerse da circa 110 testimonianze.
Il Tribunale di Trento ha escluso che le 17 contestazioni disciplinari, in gran parte relative a presunti atteggiamenti vessatori, si configurassero come maltrattamenti. Il giudice ha inoltre condannato l'Azienda sanitaria al pagamento delle retribuzioni degli ultimi due anni.
«Sono state sgretolate le contestazioni ascritte a Saverio Tateo, riportando la vicenda all'accertamento effettivo dei fatti e non alle dichiarazioni riguardanti vaghe volontà di persecuzione. La sentenza ricostruisce l'integrità del dottor Tateo dal punto di vista umano e professionale», ha detto all'Ansa l'avvocato Vincenzo Ferrante, legale del primario.
«Abbiamo avuto moltissime udienze e il giudice le ha analizzate tutte una ad una. Alla fine non c'era materia per il licenziamento», ha aggiunto.