VIDEO | Si inasprisce lo scontro innescato dal post del vicepremier che ha pubblicato alcune immagini nelle quali si vede il magistrato di Catania che ha smontato il decreto Cutro partecipare nel 2018 al presidio per la nave Diciotti. La reazioni della politica
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La vicenda è delicata, perché comprime una caterva di principi costituzionali, dal diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero, alla fondamentale garanzia democratica assicurata dalla divisione dei poteri dello Stato.
Si allarga sempre di più il perimetro della bufera politica scoppiata sul giudice di Catania Iolanda Apostolico, che ha recentemente annullato il trattenimento di quattro migranti nel Cpr di Pozzallo, sconfessando la strategia del Governo messa in atto con il decreto Cutro e aprendo una breccia nella quale potrebbero inserirsi migliaia di nuovi ricorsi da parte di chi si sente illegittimamente “detenuto”.
Attacco frontale
A imprimere un’accelerata alla vicenda, spostando il baricentro su considerazioni non più squisitamente politiche, è stato il video pubblicato sul suo profilo X dal vicepremier Matteo Salvini, nel quale si vede il magistrato presente il 25 agosto 2018 alla manifestazione di protesta contro il Governo (Matteo Salvini era allora ministro dell’Interno) che in quei giorni impediva lo sbarco di 150 migranti giunti a Catania sulla nave Diciotti. «L'estrema sinistra manifesta per chiedere lo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti: la folla urla “assassini” e “animali” in faccia alla Polizia. Mi sembra di vedere alcuni volti familiari…», ha scritto Salvini nel suo post. Il riferimento è proprio al magistrato, che poco dopo viene riconosciuta dal deputato siciliano della Lega Anastasio Carrà nella donna che nel filmato è tra il cordone della polizia e i manifestanti. Nel video si intravede anche il compagno di Apostolico («pubblicamente schierato contro la Lega e dalla parte dei manifestanti»), secondo quanto riferisce il Carroccio, che sottolinea «la sensazione di totale allineamento ideologico della coppia».
La reazione dell'Anm: «Chi ha dato il video a Salvini dopo 5 anni?»
Il video pubblicato da Salvini ha innescato un dibattito infuocato che vede in prima linea anche l’Associazione nazionale magistrati, con il presidente Giuseppe Santalucia che ha cercato di riportare la questione nell’alveo dell’iter giudiziario: «Sulla terzietà nessuna discussione, dobbiamo essere e apparire terzi, ma inviterei a valutare la terzietà dei magistrati sulla base dei provvedimenti e delle loro motivazioni. La cosa più giusta è valutare il provvedimento, e non fare lo screening al passato, alla vita privata del magistrato». Parole di difesa che rivelano però un oggettivo imbarazzo per quel video. Ed è proprio sull’origine delle immagini (chi ha girato il video? Chi l’ha dato a Salvini che poi l’ha pubblicato sui social), che si è ora spostata l’attenzione. Il Fatto Quotidiano ha pubblicato in esclusiva alcune immagini che mostrano una piccola telecamera spuntare alle spalle dei poliziotti schierati a Catania quel giorno del 2018, che riprende la scena da un’angolazione compatibile con il video poi reso pubblico da Salvini.
L'ombra di un dossieraggio
«A cinque anni di distanza si riprende, non so bene come, un video quando questo magistrato non convalida il trattenimento di tre migranti in applicazione del cosiddetto Decreto Cutro – ha affermato il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia -. Non so bene come spunti il video perché non ci ha detto nessuno da chi e dove provengono quelle immagini, se già circolavano online, se era stato trasmesso in televisione o se appartiene alle forze di polizia come sembrerebbe dal modo in cui sono state effettuate le riprese, alle spalle delle forze dell'ordine che contengono il corteo. Questo mi sembra più grave». Insomma, spunta l’ombra di un dossieraggio per colpire il giudice dopo l’assunzione del discusso provvedimento. Lo dice chiaramente Santalucia, che si chiede perché il video sia stato diffuso con tanto ritardo: «Se il fatto è così grave e scandalizza così tanto perché si agisce a cinque anni di distanza e non subito? Il sospetto è che venga fatto perché non siano graditi alcuni provvedimenti del giudice è più che fondato».
Politica su fronti opposti
Un clima incandescente che sarà ulteriormente temprato oggi, con Matteo Salvini che tornerà in un'aula a Palermo per il processo Open Arms, dove è imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito nel 2019 l’attracco alla nave carica di migranti.
Dal canto suo, Apostolico ha fornito ad alcuni colleghi la ricostruzione di quanto si vede nel video: era tra le forze dell'ordine e i manifestanti, per la maggior parte di estrazione cattolica e in minore misura di esponenti della sinistra, nel tentativo di evitare contatti tra le due parti, dopo che c'era stato un primo scontro tra di loro.
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, ospite ieri sera a Piazza Pulita: «Se qualcuno si lamenta adesso di essere accusato di non apparire imparziale forse qualche comportamento un po' diverso poteva averlo. Poi io come ministro dell'Interno giudico quelle sentenze per quello che è il contenuto delle sentenze».
Renzi con la Lega: «Se vuoi fare politica, non fai il magistrato»
Chiamato in causa anche il Governo, con due interrogazioni al guardasigilli Nordio presentate dalla Lega e da FdI. Contro Apostolico c'è «un accanimento misogino» reagisce dall'opposizione la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella. Il leader dei 5S Giuseppe Conte, invece, si dice convinto che i magistrati debbano non solo essere ma anche apparire imparziali ma avverte il governo: «Non faccia dei giudici i nuovi nemici». Con la Lega si schiera invece Matteo Renzi, il quale, pur non condividendo la politica del governo sull'immigrazione definisce «scandaloso» che un magistrato vada in piazza: «Se vuoi fare politica, non fai il magistrato».
Ed è solo l’inizio.