«Sono colpevole. Ho rubato io la 126 usata per l'attentato e me pento»: inizia così la deposizione del pentito Gaspare Spatuzza, sentito in trasferta a Roma dai giudici di Caltanissetta che celebrano il processo sul depistaggio delle indagini per la strage di via d'Amelio, costata la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta. Imputati i funzionari di polizia Bo, Mattei e Ribaudo che, secondo l'accusa, avrebbero costretto tre falsi pentiti a dare una ricostruzione non veritiera dell'attentato.
 

Scagionati otto condannati all'ergastolo

Spatuzza, che con le sue rivelazioni ha scagionato otto persone ingiustamente condannate all'ergastolo, ha raccontato di aver portato in un garage la 126, poi imbottita di tritolo alla presenza di uno sconosciuto. Spatuzza ha riferito ai giudici di aver rivelato il clamoroso errore investigativo commesso dagli inquirenti già mentre era detenuto a L'Aquila. "Dissi sia a Vigna che a Grasso (entrambi procuratori nazionali antimafia ndr) che in carcere c'erano innocenti", ha spiegato.