Domani ricorre la Giornata mondiale in memoria delle vittime di questo materiale utilizzatissimo fino alla messa al bando nel 1992. Il presidente dell’Osservatorio nazionale lancia l’ennesimo appello
Tutti gli articoli di Italia Mondo
PHOTO
Lunedì 28 aprile è la Giornata mondiale in memoria delle vittime dell'amianto, e la strage continua.
Più di 200mila mila decessi per malattie amianto correlate nel mondo, dati rilevati con preoccupazione dall'Onu che riteniamo siano sottostimati perché non considerano gli Stati “canaglia” che omettono di segnalare e registrare i casi di malattia e morte per amianto, e dei decessi per esposizione ambientali.
Lo sottolinea Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che riferisce di «7mila morti solo nel nostro Paese nell'ultimo anno, e il bando globale dell'amianto che semina morte è ancora una utopia. Sono numeri che non appartengono al passato. Sono volti, storie, famiglie spezzate oggi. Molti non sapevano, altri sono stati ignorati. Troppi sono stati sacrificati nel nome del profitto. Non è più ammissibile che ci governi la lobby dei produttori del minerale killer e che le bonifiche vadano a rilento, nonostante la chiara presa d'atto di tutte le istituzioni».
L'Italia ha messo al bando l'amianto nel 1992. «Ma l'amianto non ha ancora messo al bando l'Italia - aggiunge Bonanni -. Questa giornata nazionale non è solo memoria. È un grido. Un richiamo alla responsabilità, alla bonifica, alla giustizia per le vittime e alla tutela di chi oggi vive, lavora, studia in luoghi contaminati. In questa giornata, ricordiamo i caduti invisibili dell'amianto. E riaffermiamo un impegno: mai più profitto sulla pelle delle persone. Mai più silenzio. Mai più vittime».