Amanda Knox in Italia per il Festival della Giustizia: «Torno da donna libera»

A Modena parlerà della sua vicenda, ovvero del suo punto di vista su uno dei casi mediatico-giudiziari che hanno più appassionato l'opinione pubblica, quello dell'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher

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di Redazione
14 giugno 2019
10:56
Amanda Knox
Amanda Knox

Ieri mattina Amanda Knox è atterrata all’aeroporto di Linate insieme al fidanzato Christopher Robinson e la madre Edda Mellas, schivando a capo chino telecamere e cronisti, si è infilata velocemente in una berlina bianca. Ad accompagnarla anche alcuni avvocati, e Martina Cagossi dell'Italy Innocence Project. È la prima volta dal 4 ottobre 2011, quando fu assolta e scarcerata per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher.

Solo in serata è riapparsa a Modena, all’aperitivo inaugurale del Festival della Giustizia penale di cui è la vera star e dove, sabato, parlerà della sua vicenda, ovvero del suo punto di vista su uno dei casi mediatico-giudiziari che hanno più appassionato l'opinione pubblica, non solo italiana, negli ultimi decenni.


Il racconto di un’esperienza umana

In occasione dell'evento si parlerà, in particolare, dei processi mediatici e l'intervento di Amanda Knox è il fiore all'occhiello del programma.

Nessun riferimento - assicurano gli organizzatori dell’evento, Camera penale di Modena e Italy Innocence Project - al merito delle vicende processuali che la videro prima condannata in primo grado per omicidio con l’ex fidanzato Raffaele Sollecito, poi assolta in appello otto anni fa, quando fu scarcerata e se ne tornò a Seattle, quindi condannata nuovamente a Firenze e infine assolta con sentenza definitiva nel 2015. 

Racconterà, hanno spiegato i promotori, come ha vissuto quel periodo sotto i riflettori, del fatto che una larga fetta dell'opinione pubblica la considerava un'assassina e solo quando venne assolta si parlò di un errore. Sarà, insomma, il racconto di un'esperienza umana, senza entrare nel merito del procedimento giudiziario.

La 32enne di Seattle invece è rimasta ligia all’impegno per cui non dirà una parola pubblicamente fino a domattina, quando racconterà la sua esperienza di imputata di omicidio sotto i riflettori dei mass media di mezzo mondo durante il forum «Il processo penale mediatico».

A quanto si sa, per il suo intervento al Festival della giustizia penale non riceverà alcun pagamento: «Le sono state rimborsate soltanto le spese di viaggio», spiega l’avvocato Martina Cagossi, dell’associazione Italy Innocence Project.

In attesa del discorso della protagonista, gli organizzatori del festival ribadiscono le ragioni della partecipazione di Amanda: «L’abbiamo invitata perché è un classico esempio di processo mediatico, e le polemiche conseguite sono la plastica rappresentazione degli irreparabili danni che la mass-mediaticità del processo causa», dice l’avvocato Guido Sola, presidente della Camera penale di Modena. 

L’omicidio di Meredith Kercher

Il calvario giudiziario di Amanda iniziò la notte del primo novembre 2007, quando Meredith Kercher venne uccisa con una coltellata al collo in un'abitazione di Perugia presa in affitto con la Knox e due ragazze italiane.  Su di lei sono rimaste accuse sempre respinte e quasi quattro anni di carcere, ribaltamenti di sentenze fino all'assoluzione definitiva, pronunciata il 27 marzo 2015 dalla Cassazione quando la giovane di Seattle però, era già tornata da tempo in America.

«Torno in Italia da donna libera», aveva scritto lei su Twitter qualche giorno fa. E sabato è pronta a raccontare anche all'opinione pubblica italiana, la sua esperienza con la giustizia, conclusasi, alla fine, con la sola condanna per calunnia per aver accusato Patrick Lumumba.

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