Rende, Manna sfiduciato chiede sostegno al leghista Elia per salvare la “cassa elettorale”

Il sindaco si rivolge alla Lega di Salvini per evitare la caduta. Dopo essersi rivolto a Mario Oliverio per garantire l’elezione di Cuzzocrea al consiglio provinciale, ora l’ultima spiaggia è il consigliere leghista del comune del Campagnano. Se il soccorso dovesse arrivare, sarebbe un inedito salvataggio politico che potrebbe essere definito il “compromesso dei monti”, le alpi leghiste e lombarde in soccorso del comunismo silano di stanza a San Giovanni in Fiore

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di Pablo .
27 febbraio 2019
14:45
Matteo Salvini e Marcello Manna
Matteo Salvini e Marcello Manna

Marcello Manna, sindaco di Rende, sembra essere arrivato al capolinea. Da tempo la sua maggioranza si reggeva su di un voto, ora quel voto è venuto meno, quello di Andrea Cuzzocrea, il quale nel consiglio di qualche ora fa ha annunciato il ritiro del suo appoggio al primo cittadino della città del Campagnano. Una frana conseguenza dell’esito delle elezioni provinciali di Cosenza. Cuzzocrea puntava ad essere eletto con il sostegno del sindaco, un sostegno che, evidentemente, non si è manifestato. Cuzzocrea, infatti, ha registrato due preferenze al netto della propria, i colleghi del consiglio di Rende hanno ritenuto di scegliere altro, eppure, gli sarebbe bastato un altro voto per conquistare il seggio provinciale. Patto disatteso. Maggioranza finita. E d’altronde era inevitabile che ciò accadesse, l’amministrazione Manna, infatti, nel corso di questi anni aveva vissuto sulla base di alleanze grigie e poco chiare, oscillando dal centrodestra al centrosinistra con una spregiudicatezza che avrebbe fatto arrossire il migliore degli Scilipoti. Anche se, i veri registi della sua sopravvivenza, sono stati e sono Mario Oliverio e Nicola Adamo. E Andrea Cuzzocrea lo dice chiaramente nel consiglio comunale, quando ha affermato che il patto che avrebbe dovuto portarlo al consiglio provinciale era stato sancito a San Giovanni in Fiore al cospetto proprio del governatore, obbligato a dimorare nella cittadina silana dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri. Un episodio che conferma il legame forte tra Manna e Oliverio. E d’altronde, il sindaco di Rende, pur continuandosi a dichiarare di centrodestra, si era precipitato a firmare l’appello dei sindaci a favore di Mario Oliverio. La scalata politica di Manna, senza corde di protezione, sembra ormai che stia per finire nel precipizio delle ambiguità.

 


Tuttavia, in queste ore, Manna sta tentando di attaccarsi all’ultimo appiglio per evitare il volo finale: la Lega di Salvini. Intanto ha lanciato l’allarme su di una eventuale mancata approvazione dell’anticipazione di cassa: «Senza l’anticipazione di liquidità conseguenze finanziarie gravissime» -ha dichiarato con tono drammatico- anche se, sono in molti a sostenere che non ci sarebbe nessuna conseguenza e, men che mai, il rischio di un mancato pagamento degli stipendi dei dipendenti. L’anticipazione di cassa, anzi per meglio dire, l’anticipazione di liquidità della Cassa Depositi e Prestiti introdotta dalla Legge Finanziaria è uno strumento che consentirebbe alle amministrazioni locali di pagare i debiti. Uno strumento fondamentale e utile soprattutto per gestire le elezioni comunali fissate per il 26 maggio. Il fido super dirigente e braccio destro di Manna, Antonio Infantino, già si sta sfregando le mani in attesa che la “cassa” si riempia di denaro fresco alla vigilia delle elezioni comunali. Un po’ come affidare il deposito dell’Avis al conte Dracula.


a torniamo alla lega di Salvini, alla quale Manna si sarebbe rivolto per salvare “capre e cavoli” ma soprattutto i cavoli. Pare che, infatti, il primo cittadino di Rende abbia iniziato un forte pressing su alcuni ambienti leghisti con l’obiettivo di convincere l’unico consigliere leghista di Rende, un certo Antonello Elia, a votargli il provvedimento finanziario e, dunque, salvarlo dal baratro politico ed elettorale. Se il soccorso leghista dovesse arrivare, sarebbe un inedito salvataggio politico che potrebbe essere definito il compromesso dei monti, le alpi leghiste e lombarde in soccorso del comunismo silano di stanza a San Giovanni in Fiore.


ablo

 

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