L’evento, ospitato a Palazzo Merulana, ha visto tre giovani artisti neurodivergenti cimentarsi in un momento di pittura dal vivo. Il racconto su LaC Tv sabato alle ore 16
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Quante sono le forme del “comunicare”? Quali sono i modi di esprimersi? Le vie della comunicazione probabilmente sono infinite, nascono sempre forme nuove, diverse. Passano gli anni e cambiano i modi di comunicare, mutano con il mutare della società, si adattano alla società e la società si adatta ai nuovi linguaggi e forme di comunicazione.
Abbiamo deciso di portarvi alla scoperta di una delle forme di comunicazione primordiale: l’arte. No, non siamo andati ad una mostra qualsiasi, ma abbiamo assistito ad un evento dal vivo, in cui tre giovani pittori neurodivergenti si sono messi alla prova, dipingendo tre opere della collezione permanente di Palazzo Merulana, sede della Fondazione Elena e Claudio Cerasi, gestito da Coopculture.
L’inclusività è una delle parole d’ordine di Palazzo Madama, ma non poteva essere altrimenti, visto che è in uno dei quartieri più multietnici di Roma. All’interno ci accoglie Paola Centanni, la sorridente direttrice del palazzo, con una gentilezza che crea subito empatia.
«Coopculture ha intrapreso e abbracciato un percorso immaginando Palazzo Merulana, all’interno del quartiere Esquilino, come un posto di inclusività culturale. Un luogo aperto agli artisti, di varie forme, in cui trovare il modo e lo spazio per esprimersi. L’inclusività abbraccia tanti punti di vista: il piano terra, che comprende le collezioni delle sculture, è ad ingresso libero, chiunque può entrare e vivere quello spazio. Grazie ad un bando del MiC e ai finanziamenti del PNRR abbiamo deciso di concentrare le energie su quella che è l’accessibilità cognitiva» dice la dottoressa Centanni «In questo processo d’inclusione mancava però qualcosa, quella che io definisco l’accoglienza gentile, rivolta ad un pubblico generico ma anche un pubblico con fragilità, così abbiamo costruito un percorso con l’associazione Cervelli Ribelli».
Ed è proprio mentre ammiriamo Tommy, Antonio e Arianna, che con i loro colori rallegrano la tela e la sala, che ci rendiamo conto che le diversità si abbattono completamente. Vedere gli artisti all’opera, anche solo guardandoli, assistendo al processo creativo, ci mette in comunicazione e in contatto con loro, d'altronde parlare e solo una delle tante forme di comunicazione.
«Ho scelto il nome Cervelli Ribelli perché era quello più lontano dallo stigma delle persone disabili», ci racconta Gianluca Nicoletti, giornalista, presidente della fondazione Cervelli Ribelli e papà di Tommy. «La ribellione è qualcosa di allegro, tutti possiamo essere cervelli ribelli, senza necessariamente avere uno stato certificato o diagnosticato. Il cervello ribelle è la persona che si rende conto che ha attorno esseri umani che parlano lo stesso linguaggio tra loro, diverso dal suo, che si sente escluso. È l’impiegato nell’ufficio che tutti lasciano in disparte, il ragazzo bullizzato, la persona che si è sempre sentita un passo indietro. La ribellione è dimostrare che esiste un mondo a dimensione di ogni essere umano e può essere comunicato e condiviso».
LaCapitale Speciale va in onda il sabato, alle ore 16, su LaC Tv, canale 11 del DTT, 411 TivùSat e 820 Sky. La puntata sarà poi disponibile su LaC Play.