VIDEO | L'armonia mistica di uno strumento senza tempo plasma l'incanto di magnifici presepi. L'arte della zampogna nell'ultima puntata del format LaC Primi piani
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Dalle vette maestose ed aspre del Pollino fin dentro il cuore dell’Aspromonte, passando per le Serre Vibonesi. Nella settima puntata di Primi Piani, il format curato da Francesco Tricoli, riscopriamo il suono mistico della zampogna che si propaga per tutta la terra calabra: è vibrazione antica che porta echi di un passato lontano. Ci sono luoghi dove il suono della zampogna si fa storia. Tradizione centenaria, tramandata per passione soltanto, mai per obbligo generazionale.
Non a caso l’origine dello strumento è strettamente legato alla vita dei pastori che vagavano per le zone più impervie e che proprio nella zampogna trovavano compagnia e conforto alla solitudine del lavoro agreste. Durante le transumanze e le migrazioni stagionali divennero, insieme alla pipita, strumenti di intrattenimento in occasione di feste, sagre e novene.
Pesanti pantaloni, scarponi da montagna con scaldamuscoli di lana, gilet fatto con il vello di una capra o lungo mantello, cappello di feltro e giacca di fustagno: è con questa immagine tipica che gli zampognari in breve tempo vennero facilmente accostati alla tradizione natalizia, in particolare a quella del presepe. Di solito descritti come uomini rudi dai modi poco eleganti, gli zampognari si sono dimostrati sempre molto gelosi della loro musica. Le complesse tecniche di costruzione si tramandano gelosamente da padre in figlio per generazioni.
La complicità tra musici è fondamentale, specie quando ad impugnare pipita e zampogne sono padre e figlio. Sandro Sottile, cantautore e restauratore di Rogliano, dopo aver subito il fascino delle nenie natalizie da piccolo, ha trasmesso questa passione anche al figlio, ingegnere, Giuseppe. Insieme, durante il periodo delle feste, vagano di borgo in borgo, eseguendo brani tipici della tradizione natalizia. «Non credo esista suono altrettanto magico quanto quello della zampogna – ammette Sandro - è una vibrazione che mi attraversa e che mi riporta ad un tempo perduto».
E l'armonia mistica di uno strumento senza tempo plasma l'incanto di magnifici presepi, forgiati dalle mani sapienti di artigiani di fede. A Cerisano, sulle alture delle Serre cosentine, la tradizione presepiale è custodita dalla storica Congrega del Carmine ed affidata alla maestria dei fratelli Greco. Per molto tempo il loro presepe ha conservato il primato di essere l’unico in Italia realizzato interamente in pietra. Oggi la commistione con altri materiali tuttavia non ne ha intaccato bellezza ed originalità. A Montalto Uffugo, sui colli della dorsale interna dell’Appennino, fede, passione e pazienza attrezzano la mano di Marco Mantuano, giovane maestro presepista, fedele alla tradizione dei colori morbidi e dei materiali classici. Le alchimie di suoni e capolavori artistici esprimono tutto l’incanto di un passato ancora vivo: è il fascino del Natale di Calabria.