Dall’amore per la Calabria a quello per l’archeologia: il professore dell’Accademia di Belle arti di Roma si racconta negli studi de La Capitale. Alle 20 su LaC Tv
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C’è un bambino in un ritratto da Nick Spatari che ha più o meno cinque anni e non sa cosa aspettarsi dalla vita, ma nei suoi occhi ci sono già tanti sogni e amore per l’arte. Quel quadro, Francesco Cuteri, l’archeologo catanzarese, professore all’Accademia di Belle Arti di Roma, lo conserva gelosamente a casa perché è il ritratto che l’artista di Mammola gli fece nel piccolo paese in provincia di Locri dove Cuteri passò una prima parte della sua infanzia.
L’archeologo, ospite della puntata di questa sera di Vis-à-Vis, racconta dei numerosi trasferimenti che hanno caratterizzato la prima parte della sua vita, tutti in diverse località della Calabria: Catanzaro, Mammola, Pentone, Serra San Bruno sono tutti luoghi che hanno segnato la sua vita e il suo lavoro.
«In terza elementare davanti ad un piccolo mobile dove studiavo, sfogliando il sussidiario con illustrazioni degli Assiri ho capito che volevo fare l’archeologo. Quello che era raccontato in quelle pagine sarebbe stato quello che doveva accompagnarmi in tutta la vita», racconta Cuteri a Paola Bottero rispetto alla sua precoce passione per l’archeologia. Dalla Calabria è Siena la città in cui frequenta l’università e in cui il suo sogno professionale diventa realtà: «il primo scavo è nel marzo dell’83 a Siena in un pozzo di otto metri che mi sembrava, allora, profondissimo».
La passione per l’archeologia va al di là dell’amore per l’antichità, dietro c’è una ricerca dell’anima delle cose e di scavare nei ricordi come fosse un archeologo dell’anima: «Finché posso lavorerò per far vedere agli altri la bellezze, la ricchezza, il significato, il valore di quello che il passato nasconde, preserva e svela», confida Cuteri, raccontando anche che nel suo lavoro di professore all’università (prima a Reggio e poi a Roma) invita spesso gli studenti a guardarsi intorno, alzare gli occhi, scrutare gli intonaci, i pezzi di marmo, l’attività edilizia. «Osservare per essere consapevoli».
Inizialmente la sua attività si concentra sulle civiltà greche della protostoria, poi si innamora dell’archeologia medievale occidentale e orientale; proprio inseguendo questa passione torna in Calabria dove conduce diverse ricerche nelle località ricche di resti della Magna Grecia. Uno dei posti a cui è più legato è il Parco Archeologico Nazionale di Scolacium: «È straordinario -spiega Cuteri- perché ci sono le cose antiche, le memorie di personaggi illustri come Cassiodoro, c’è l’unico anfiteatro in Calabria e a questo si aggiunge il paesaggio con gli ulivi, i prati di camomilla, gli alberi di gelso con le more, il frantoio elettrico per la pulitura delle olive oltre ad una fauna molto varia. Questi parchi possono essere di attrattiva per la nostra regione perché sono dei polmoni per l’archeologia in cui è possibile ammirare le bellezze del passato senza assilli, in un luogo dove trascorrere una giornata di relax».
Questa puntata di Vis-à-Vis andrà in onda stasera nella Mezz'ora da LaCapitale, alle ore 20 su LaC Tv, canale 11 del DTT, 411 TivùSat e 820 di Sky. La puntata sarà poi disponibile su LaC Play.