«La Calabria, in particolare la Provincia di Reggio Calabria è il luogo dove ha sede "La Provincia", "Il Crimine", questo organismo di vertice della 'ndrangheta. Le nostre indagini evidenziano come cosche della jonica operino in collaborazione con quelle della tirrenica e con uomini delle varie cosche della città di Reggio Calabria. Gli affari li fanno assieme. Oggi una guerra fra cosche non è pensabile. La 'ndrangheta è forte perché ha avuto l'intelligenza al profitto ancor prima della strategia di alleanze. Dai quadri indiziari raccolti mi pare ci sia una pacificazione generale».


È quanto dichiarato dal Procuratore Capo di Reggio Calabria, intervistato da Klaus Davi nel corso del programma “Gli Intoccabili”, prodotto dall'emittente calabrese LaC.

 

«I rapporti fra cosa nostra e 'ndrangheta sono sempre stati di cointeressenza. Si sono sempre sostenuti reciprocamente. La stessa 'ndrangheta – ha continuato De Raho - quando nel periodo stragista successivo alle stragi di Falcone e Borsellino, viene invitata inizialmente dice sì, poi dice no; ma i rapporti, da allora ad oggi sono proseguiti. È probabile che Riina sia venuto ad Archi a incontrare Tegano, ma non solo: i vertici di cosa nostra, sono venuti qui in Calabria, così come i vertici della 'ndrangheta sono andati in Sicilia. I rapporti sono molto, molto stretti.

 

Nel distretto di Reggio Calabria, la massoneria, nella quale la 'ndrangheta si è infiltrata, non è la massoneria deviata. La 'ndrangheta ha avuto, oltre un decennio fa, l'intelligenza di esprimersi attraverso soggetti che potevano allacciare rapporti con il mondo dei professionisti e nello stesso momento attraverso i rapporti con loro, con gli imprenditori, con la borghesia, sono riusciti ad esprimersi con persone che sono entrate nella massoneria. Non si parla della massoneria deviata, si parla della massoneria. La risposta del GOI resta riservata perché fa parte delle indagini. È chiaro che nel territorio si comincia a dubitare di tutti».