Calabresi “extracomunitari” all’improvviso. Nel Regno Unito in 9mila rischiano con la Brexit

In Inghilterra sono residenti oltre trecentomila italiani. Si teme un’uscita dall’Unione europea senza accordo, il cosiddetto no-deal, con effetti importanti ed imprevisti. Parlamento e Consiglio europeo chiedono delle garanzie giuridiche per studenti e insegnanti Erasmus 

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di Francesco Foglia
20 marzo 2019
14:21

Si avvicina la data di divorzio tra il Regno Unito e l’Unione europea, nell’incertezza più totale dettata dall’esito negativo del voto del Parlamento britannico all’accordo di recesso negoziato dai leader europei. A poco più di una settimana dalla data di Brexit, fissata al 29 marzo, si teme un’uscita senza accordo (cosiddetto no-deal) che potrebbe avere effetti imprevisti e significativi sulla libertà di circolazione di persone, merci, capitali e diritti finora garantiti.

 


Il primo ministro britannico Theresa May sta tentando ogni strada per far approvare il suo accordo al Parlamento britannico che, invece, lo boccia sistematicamente. Se da un lato May tenterà di chiedere addirittura una proroga alla Brexit di tre mesi, dall’altro il Parlamento europeo ha chiesto di limitare l’impatto negativo sui cittadini in caso di un’uscita senza accordo.

Al fine di garantire minor disagio possibile a cittadini e imprese, i deputati europei hanno approvato a Strasburgo delle misure d’emergenza su trasporto aereo e stradale, Erasmus, sicurezza sociale e pesca. Su richiesta del Parlamento europeo e del Consiglio, la Commissione europea ha proposto delle misure di emergenza per mitigare gli effetti di un ritiro del Regno Unito dall'UE senza un accordo.

Cosa hanno chiesto le istituzioni europee

Parlamento e Consiglio europeo hanno chiesto delle garanzie giuridiche per gli studenti e insegnanti Erasmus oltremanica, per completare la loro attività di apprendimento in corso all'estero, il mantenimento dei servizi di base di trasporto aereo e stradale di merci e autobus tra l'UE e il Regno Unito, compresa la possibilità per i pescherecci dell'UE e del Regno Unito di continuare a transitare liberamente. Si tratta di misure comunque limitate nel tempo e adottate unilateralmente dall'UE a condizione che il Regno Unito adotti misure analoghe.

300mila italiani, 9 mila calabresi nel Regno Unito

In base agli ultimi dati della popolazione residente all’estero, sono oltre 300 mila gli italiani stabilmente residenti nel Regno Unito. Di questi, circa 9mila sono di origini calabresi. C’è da specificare che si tratta di numeri al ribasso, in quanto l’iscrizione all’AIRE (Anagrafe Italiana Residenti all’Estero) non è obbligatoria per i lavoratori stagionali (che soprattutto a Londra sono stimati in diverse migliaia) e per chiunque si rechi all’estero per un periodo di tempo inferiore ad un anno, tra cui stagisti ed universitari in Erasmus.  

Accordo o non accordo, cosa succede?

Se l'accordo di recesso sarà ratificato prima del 30 marzo 2019, il diritto dell'UE cesserà di applicarsi nei confronti del Regno Unito il primo gennaio 2021. Diversamente, invece, se l'accordo di recesso non sarà ratificato prima del 30 marzo e non ci sarà alcuna estensione dell’articolo 50 che norma l’uscita di uno Stato dall’Ue, non vi sarà alcun periodo di transizione e il diritto dell'UE cesserà di applicarsi nei confronti del Regno Unito già dal 30 marzo 2019.

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