Domani, 23 febbraio, la protesta promossa dal sindacato Ugl Telecomunicazioni. L'ipotesi ventilata nell'ultimo Consiglio di Amministrazione è di scorporare la società di rete da quella dei servizi creando esuberi
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Il sindacato Ugl Telecomunicazioni ha proclamato per domani, 23 febbraio, uno sciopero per l'intera durata del turno lavorativo del personale addetto di Tim - con presidi in tutta Italia - per contestare il piano di riorganizzazione ipotizzato dal Consiglio di Amministrazione che prevede lo scorporo di Tim in due società - netco e serviceco - e che potrebbe comportare esuberi.
«Domani ci sarà lo sciopero nazionale - ha chiarito Pierpaolo Pisani, segretario regionale Ugl Telecomunicazioni - e ci saranno presidi in tutta Italia. Noi abbiamo cercato di sensibilizzare le istituzioni inviando una lettera al Prefetto di Catanzaro». Allo sciopero aderirà anche il personale di Telecontact, sede catanzarese che conta 800 addetti, 1.200 in tutta la Calabria.
«Il nuovo management presenterà il nuovo piano industriale e nelle linee generali ci hanno già detto che vogliono effettuare lo scorporo dalla rete da quella che poi sarà la società di servizi. Questo è un problema perchè mette a repentaglio tanti posti di lavoro». Migliaia potrebbero essere gli esuberi tra i lavoratori dell'indotto, nei contratti di rete e nei call center.
Mentre sullo sfondo resta la mole debitoria accumulata dalla azienda di telecomunicazioni: «Abbiamo chiesto all'azienda in che modo sarà spalmato il debito di Tim perchè il gruppo ha una massa debitoria importante, quindi c'è il rischio di creare una società tra le due con soli debiti e viceversa».