Sacal, il Natale a tinte fosche dei dipendenti stagionali

I lavoratori sono ancora in attesa di una stabilizzazione e si chiedono a chi possa giovare procedere ad un bando pubblico piuttosto che confermare i precari

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di T. B.
27 dicembre 2018
13:45

«Non è stato il Natale che speravamo, e non crediamo più in un Capodanno e in un’Epifania migliori per noi precari della Sacal Ground Handling, la società controllata da Sacal che presta servizi di terra agli aeromobili nell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme. Gli eventi degli ultimi due mesi ci lasciano sgomenti e increduli nel desiderare che, forse, il precariato possa finire per decine e decine di lavoratori che da anni prestano servizio presso l’aeroporto calabrese col maggior traffico».

 


A parlare così sono gli stagionali della società aeroportuale Sacal. Oltre 40 lavoratori alcuni precari da più di dieci anni che da tempo chiedono la loro stabilizzazione.

 

Secondo Confintesa le condizioni ci sarebbero, ogni lavoratore avrebbe maturato i presupposti per uscire dalla condizione di stagionale. I sindacati confederali, invece, dopo un tavolo con i vertici della società hanno rotto le trattative non trovando disponibilità da parte dell’azienda ad avviare un percorso di uscita dal precariato.

 

«Il 18 ottobre, a seguito di una fase di pre-trattativa estiva, viene annunciata la tanto agognata stabilizzazione per alcune decine di lavoratori, il tutto in occasione di una riunione tra delegazioni sindacali e rappresentanze aziendali. Successivamente – riassumono in una nota i lavoratori - e non ne sono ben chiari i meccanismi, il tutto entra in una fase di stallo, tant’è che il trenta novembre una delegazione di lavoratori consegna nei locali della dirigenza Sacal, una lettera firmata per chiedere democraticamente delucidazioni sullo stallo in atto».

 

«L’11 dicembre si tiene una nuova riunione tra sindacati e azienda, dalla quale non emerge nulla di concreto se non l’intenzione di rimandare l’incontro alla settimana successiva. Infine, il 19 dicembre, dopo sei ore di riunione e interventi, avviene la rottura del tavolo sindacale in quanto, e ci sono voluti due mesi per rendersene conto, pare che la Sacal non abbia più la premura di voler stabilizzare i precari, cosa che ai sindacati non è proprio andata giù. L’unico “accordo” possibile avrebbe riguardato una rimodulazione delle usuali chiamate stagionali, ma nulla che riguardi le stabilizzazioni».

 

«Anche da precari, in modo saltuario ci veniva concessa occasionalmente la possibilità di lavorare d’inverno, un periodo caratterizzato da un breve ma intenso traffico, tramite brevi contratti lavorativi. Non quest’anno, invece – si legge nella nota - in quanto si è provveduto con chiamate di personale tramite agenzia interinale (dieci impiegati e dodici operai, per un totale di ventidue lavoratori con poca esperienza) a parziale copertura del traffico aereo invernale. Non solo non si sono concretizzate le stabilizzazioni, ma è stato anche trovato l’escamotage per permettere a personale con esperienza ridotta di lavorare al posto di impiegati ed operai con esperienza lavorativa decennale e un numero maggiore di qualifiche. Inoltre, pare che ricorrere ad agenzie interinali per le somministrazioni a tempo determinato sia di dubbia convenienza economica per l’azienda, creando il paradosso dell’avere, nel proprio organico, del personale meno qualificato ma più costoso».

 

«Il danno si somma anche alla beffa, potenziale, che deriverebbe dall’intenzione di procedere sì con delle stabilizzazioni nell’arco di qualche mese, ma tramite bando pubblico e non interno, una procedura mai attuata in Sacal nella trasformazione dei contratti da tempo determinato a indeterminato, in quanto si è sempre proceduto attingendo dal bacino di personale stagionale con qualifiche ed esperienza. Va puntualizzato – incalzano i lavoratori - inoltre, che nell’arco di qualche mese si terranno anche le attese elezioni regionali: il bando pubblico, associato a un periodo di sconvolgimento politico come quello, potrebbe non essere una coincidenza e a pagarne il prezzo saranno solo ed esclusivamente coloro che attendono la stabilizzazione lavorativa da un decennio. Concludendo, a chi conviene fare un bando pubblico per le stabilizzazioni in Sacal, in barba alle qualifiche e all’anzianità di servizio maturata negli anni da tanti lavoratori precari?»

 

Giornalista
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