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«Non sono fiducioso». È con una smaccata ammissione di mancanza di fiducia verso la produttività di incontri volti ad accelerare il processo di integrazione, tuttora esistente solo sulla carta, tra l'ospedale Pugliese di Catanzaro e il policlinico universitario Mater Domini che il nuovo rettore dell'università Giovambattista De Sarro si siede al tavolo della contrattazione a palazzo Alemanni, sede della struttura commissariale. Su input del sindaco di Catanzaro Sergio Abramo il commissario ad acta Massimo Scura ha infatti convocato tutti i principali protagonisti di un'integrazione bloccata ormai da un anno.
Trasferimento del dipartimento Materno Infantile
Il trasferimento del dipartimento Materno Infantile dall'ospedale Pugliese al policlinico Mater Domini sarebbe infatti già dovuto avvenire ma alla fine tutto è rimasto com'era. «Il perché non lo so» - commenta il rettore. «So solo che dal 2007 si discute di integrazione e adesso ho perso la fiducia. Leviamo la politica e facciano quello che serve. Allora l'integrazione si può fare ma quando c'è la politica no. Noi non portiamo voti, noi portiamo cultura».
All'incontro oltre ai rispettivi rappresentanti delle due aziende da integrare - Giuseppe Panella per l'ospedale Pugliese e Antonio Balcastro per il policlinico Mater Domini - ha partecipato una nutrita rappresentanza politica sia di centrodestra che di centrosinistra: Arturo Bova, Wanda Ferro, Sinibaldo Esposito e Domenico Tallini.
«Molto ottimista» sebbene il processo d'integrazione sia nei fatti incagliato da anni si è detto il dg del Pugliese Panella. Alle sue dichiarazioni hanno fatto da contraltare quelle di Belcastro direttore generale del policlinico. «Finalmente ci si è resi conto dell'ineluttabilità del processo d'integrazione perché fare una cosa giusta in un momento sbagliato può rallentare i tempi».
Sferzante con sempre il commissario ad acta Massimo Scura. «Oggi alla presenza dei direttori verrà fuori la volontà di tutti quanti. È vero che questa vicenda è andata avanti per tanto tempo perché la posizione di tutti era di adesione in linea di principio ma con riserve. C'erano tanti interessi particolari che ostacolavano l'integrazione. Siamo qui per eliminare gli interessi particolari a vantaggio di un interesse generale che è quello della sanità calabrese».