Un lavoratore della Sea work, azienda che opera nel porto di Gioia Tauro, è stato licenziato. Per questo motivo la Filt-Cgil ha diramato un comunicato per denunciare un presunto clima di terrore «messo in atto in maniera sistematica nei confronti dei lavoratori, che ormai da diversi anni, sono oggetto di torture psicologiche che non fanno altro che destabilizzare l’ambiente lavorativo rendendolo invivibile».

 

 

«Di certo, i lavoratori della Sea Work - si legge nella nota - tutto si aspettavano, tranne l’ennesimo licenziamento di un collega in un periodo di particolare emergenza sanitaria come questa. Gli stessi lavoratori, si sono rivolti al commissario dell’Autorità Portuale, ed ai singoli membri del comitato portuale, per denunciare il continuo sistema di terrore e continui soprusi da parte del datore di lavoro. I dipendenti sono continuamente raggiunti da numerose contestazioni disciplinari, il più delle volte pretestuose e ripetuti licenziamenti annullati poi dal giudice del lavoro».

 

 

«Nell’ultimo anno soprattutto, sono stati fatti 4 licenziamenti ad altrettanti dipendenti - denuncia la Cgil - Un lavoratore già reintegrato, due in attesa di sentenza e l’ultimo pochi giorni fa. In tutto, negli ultimi anni sono stati decisi circa 15 provvedimenti di licenziamento, senza contare le lettere di contestazione disciplinare, in un’azienda che conta circa 30 operatori portuali, il 50% della forza lavoro, quasi la totalità reintegrati dal tribunale di Palmi, o giudicati con licenziamento illegittimo e sentenza di risarcimento».

 

«Vi sembra normale? - si chiedono i lavoratori - Un’azienda che può fregiarsi di bassissimo assenteismo e personale con la più completa dedizione al lavoro. Noi non ci stiamo più a lavorare sotto minaccia, noi non ci stiamo più ad essere trattati con violenza psicologica. Chiediamo un intervento concreto al Commissario Agostinelli, il quale sta ostinatamente combattendo per il funzionamento del porto e la continuità del lavoro a Gioia Tauro, lo chiediamo anche a tutto il Comitato Portuale».

 

«Abbiamo chiesto con forza un intervento specifico di tutto il comitato portuale nei confronti della Sea Work, - sottolinea la Cgil - per normalizzare un lavoro, dove da oltre 10 anni il personale vive sotto stress e continue azioni di assoluto terrorismo psicologico. Da oggi in poi, tutte le azioni verranno portate a conoscenza del Commissario e del comitato portuale, crediamo che la concessione e l'autorizzazione a tutte aziende, debba essere rilasciata soprattutto nella pienezza morale di un lavoro dignitoso».

 

«Con infinito senso di responsabilità - conclude la nota - ci siamo affidati all’attenzione dell’Autorità Portuale, evitando azioni eclatanti che di certo avrebbero dato risalto immediato ai lavoratori Sea Work. Abbiamo deciso ancora una volta di dimostrare ragionevolezza, ma sia ben chiaro, siamo disposti a tutto pur di non essere sottomessi a principi e ideali, che non fanno parte di questo mondo. Rimaniamo in fiduciosa attesa del prossimo Comitato Portuale, che possa dare un risultato concreto ed una svolta a questa agonia».