VIDEO | Manifestazione nella città dei Bruzi per richiamare l'attenzione delle istituzioni sulle difficoltà del personale
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Le mancate risposte alle richieste formulate da tempo dal corpo della polizia provinciale di Cosenza hanno indotto le organizzazioni sindacali di comparto a proclamare lo sciopero per la giornata del 20 dicembre.
E il 20 dicembre è stato il giorno in cui la maggior parte del personale si è fermato, garantendo i servizi essenziali, al fine di mettere in evidenza che è necessario passare dalle parole ai fatti: non più promesse generiche ma percorsi programmati che valorizzino il Corpo di Polizia, garantendone la prosecuzione degli obiettivi e degli scopi istituzionali.
Attrezzature inadeguate
«Le rivendicazioni dei dipendenti - si legge in una nota delle organizzazioni sindacali - sono state portate anche all’attenzione del prefetto, proprio per mettere in evidenza che le criticità denunciate sono di ostacolo al corretto espletamento dei servizi da assicurare alla collettività. Tra questi particolare rilievo rivestono i servizi di supporto alla Questura nei servizi di ordine pubblico; supporto agli enti locali, infortunistica stradale nell’area urbana in orario notturno nonché piano neve e piano galleria».
«Ad aggravare il tutto - prosegue ancora la nota - si evidenzia la mancata adeguatezza dei mezzi e dei dispositivi di protezione individuali. Inoltre molti istituti contrattuali, quali l’indennità di turnazione, la reperibilità e pagamento dei straordinari spettanti, non vengono elargiti da diversi mesi. Tutto ciò evidenzia il totale disinteresse che gli amministratori provinciali hanno per le sorti del personale, che versa in uno stato di abbandono».
Parco auto vetusto
«A tutto ciò si aggiunge che alcuni dipendenti non sono in possesso di patenti idonee alla conduzione dei mezzi messi a disposizione. C'è anche la questione della mancata esercitazione al tiro da parte del personale che dovrebbe essere effettuata con cadenza annuale e quella dell'insufficiente e vetusto parco veicolare ormai vecchio di 10 anni. L’azione di lotta della giornata odierna - concludono i sindacati - non è che la prima di una lunga serie se una soltanto delle legittime rivendicazioni non verrà intenzionata».