Un giorno di stop alla produzione per contenere i costi dell’energia, quintuplicati e divenuti insostenibili perfino per un colosso che fattura 70 milioni di euro all’anno ed esporta in diversi Paesi del mondo. E poi il ricorso alla cassa integrazione, d’intesa con sindacati e dipendenti, per evitare un’emorragia di posti di lavoro.

Pippo Callipo, patron di uno dei gruppi imprenditoriali più importanti del Mezzogiorno, cerca così di fronteggiare l’aumento esponenziale dei costi legati all’energia e alle materie prime, ma anche i ritardi di una classe politico-istituzionale che indugia troppo nel dare risposte alla crisi. «A luglio scorso – ribadisce Pippo Callipo - abbiamo ricevuto una bolletta di 340mila euro di luce e gas, a settembre arriveremo certamente a 400mila euro anche perché le tariffe sono ulteriormente aumentate. Non avevo altra scelta che ricorrere alla cassa integrazione».

Dei 264 dipendenti della Tonno Callipo, 232, e cioè quelli addetti alla produzione, ieri hanno affrontato il primo giorno di sospensione delle attività. Un blocco, sia pure temporaneo, cui seguiranno altri, almeno uno la settimana, fino a dicembre. «Abbiamo preso la decisione di attivare la cassa integrazione in un’assemblea congiunta. Purtroppo - dice Callipo - 36 contratti scaduti a giugno non li abbiamo potuti rinnovare».

L’imprenditore, Cavaliere del lavoro, simbolo di un’economia sana, che rispetta contratti e diritti, premia le professionalità e la dedizione anche con frequenti bonus aziendali, guarda con una preoccupazione senza precedenti alla contingenza attuale. «È una situazione esplosiva – avverte - che potrebbe mettere in ginocchio il Paese intero, iniziando dal profondo Sud». «E sia chiaro - sottolinea - non sono problemi che riguardano solo l’azienda Callipo, ma tutte le imprese calabresi che rischiano il tracollo».

È preoccupato Callipo e non cerca di dissimularlo: «Temo per l’azienda, per il futuro dei miei dipendenti ma anche per le possibili tensioni sociali. Attivare la cassa integrazione significa un ammanco di 200 euro in busta paga. E se a questo aggiungiamo l’aumento dei prodotti dei supermercati, capite bene che la situazione rischia di diventare esplosiva».

Si appella al premier Draghi: «Anche se è in un momento transitorio abbia il coraggio di prendere decisioni drastiche e serie per salvare l’economia del Paese». Parole accorate che l’imprenditore sta spendendo da giorni ma che al momento non hanno sortito alcun effetto: «Non ho ricevuto nessuna chiamata né da parte del Governo centrale, né tantomeno dalla Regione Calabria. Evidentemente - conclude - non hanno ancora capito la pericolosità del momento».