La Calabria è evidenziata in rosso, al pari delle province di Cosenza e Crotone, nel report dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering.

Si tratta della più recente e dettagliata indagine realizzata dagli esperti del proprio team per descrivere il dramma degli infortuni mortali in Italia. Il periodo di riferimento va da gennaio 2022 a settembre 2022 e i dati sono allarmanti.

Infortuni mortali e stranieri

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 105, cioè il 18% del totale. Anche qui l’analisi sull’incidenza infortunistica svela chiaramente che gli stranieri hanno un rischio di morte sul lavoro doppio rispetto agli italiani. Gli stranieri infatti registrano 46,5 morti ogni milione di occupati, contro 23,1 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

Morti sul lavoro, i dati in Italia

È stato analizzato l’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale e provinciale, la cui media in Italia nei primi nove mesi dell’anno è di 25,5 decessi ogni milione di occupati. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico anche tra regioni con un numero di lavoratori diverso.

Sulla base dell’incidenza degli infortuni mortali, l’Osservatorio elabora mensilmente la zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori del nostro Paese che viene così descritto - alla stregua della pandemia - dividendo l’Italia a colori.  A finire in zona rossa alla fine dei primi nove mesi del 2022, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 25,5 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Calabria e Umbria.

In zona arancione: Basilicata, Sicilia, Puglia, Molise, Campania, Toscana, Marche e Piemonte. In zona gialla, cioè sotto la media nazionale: Veneto, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Abruzzo e Sardegna. In zona bianca, ossia la zona in cui l’incidenza delle morti sul lavoro è la più bassa: Liguria e Friuli Venezia Giulia.

Morti sul lavoro, i numeri assoluti

A guidare la classifica del maggior numero di vittime in occasione di lavoro è, inevitabilmente a livello statistico, la regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia, cioè la Lombardia (93) che, per contro, presenta un’incidenza di infortuni mortali al di sotto della media nazionale, collocandosi così in “zona gialla”. Seguono: Lazio (53), Veneto (52), Campania e Piemonte (46), Emilia Romagna (44), Toscana (43), Sicilia (41), Puglia (37), Trentino Alto Adige (25), Calabria (18), Marche (17), Umbria (12), Sardegna (11), Abruzzo (10), Liguria (9), Valle D’Aosta e Basilicata (6), Molise (3) e Friuli Venezia Giulia (2). Nei primi nove mesi del 2022 il settore Costruzioni fa registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 92. Seguono: Trasporti e Magazzinaggio (85) e Attività manifatturiere (62).

Morti sul lavoro, l’indice di incidenza nelle provincie calabresi

Per la provincia di Cosenza, la più grande della Calabria, vale il discorso fatto per la Lombardia e le altre regioni: ha i numeri assoluti più alti di morti sul lavoro (9) rispetto alle altre quattro province. Tuttavia, circoscrivendo il campo dal Pollino allo Stretto non vanta il triste primato regionale per l’incidenza degli infortuni mortali, rispetto al valore di incidenza media nazionale, cioè il numero di infortuni mortali ogni milione di occupati. Crotone ha un indice di 48,5 nonostante conti 2 decessi (11° posto nazionale), mentre Cosenza (14° posto) si attesta a 46,4. È in zona arancione Catanzaro (41° posto) con 28,4 e 3 morti, mentre si trova in zona gialla Vibo Valentia (51° posto) con 25,0 e 1 decesso. Medesimo colore per Reggio Calabria (60° posto) con 21,5 e 3 morti.