I dati

Incidenti sul lavoro, Calabria in zona rossa: 6 morti in soli quattro mesi

Secondo i dati raccolti dall'Osservatorio Vega, è tra le regioni con maggiore incidenza di infortuni mortali. Elaborato anche l'identikit dei lavoratori più a rischio: sono gli ultrasessantacinquenni e gli stranieri

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di Redazione Economia
4 giugno 2024
15:20
Nel riquadro il grafico realizzato dall’Osservatorio Vega
Nel riquadro il grafico realizzato dall’Osservatorio Vega

Calabria in zona rossa per morti sul lavoro nei primi quattro mesi dell'anno. Lo certifica l'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, secondo cui da gennaio ad aprile 2024 in Italia si contano 268 vittime, 4 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L'indagine - è scritto in una nota - vede «nell’incidenza il vero indicatore di rischio per i lavoratori del nostro Paese, poiché si parla di vittime rispetto alla popolazione lavorativa. Un dato che indica concretamente le aree a maggior rischio e che si propone come mappatura preziosa per tutti coloro che operano per la sicurezza sul lavoro».

Dalla zona rossa a quella bianca

A finire in zona rossa ad aprile 2024 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 8,7 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Umbria, Puglia, Campania e Calabria.


In zona gialla: Sardegna, Toscana, Sicilia, Lombardia, Piemonte e Lazio. In zona bianca: Liguria, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Basilicata, Veneto, Marche e Molise.

A maggior rischio i più anziani

L’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).  Un dato, quest’ultimo, che continua ad essere ancora preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (34,9), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (13,5).

Per gli stranieri rischio triplo rispetto agli italiani

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nel primo quadrimestre sono 48 su un totale di 206, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 20,2 morti ogni milione di occupati, contro i 7,5 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

I numeri assoluti delle morti sul lavoro

Sono 268 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 206 in occasione di lavoro (1 in meno rispetto ad aprile 2023) e 62 in itinere (5 in più rispetto ad aprile 2023). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (33). Seguono: Emilia-Romagna (28), Campania (20), Puglia (17), Lazio (16), Toscana e Piemonte (13), Trentino-Alto Adige (12), Veneto e Sicilia (11), Calabria (6), Sardegna e Umbria (5), Liguria (4), Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo e Marche (3), Valle d’Aosta (2) Basilicata (1). In Molise non si è verificato alcun infortunio mortale.

Per quanto riguarda gli incidenti mortali in Calabria, 4 si sono verificati in provincia di Catanzaro e 2 in quella di Cosenza.

Settore delle costruzioni il più colpito

Alla fine del primo quadrimestre del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 41. È seguito dalle Attività Manifatturiere (25), da Trasporti e Magazzinaggio (19), dal Commercio (11).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (69 su un totale di 206).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine aprile 2024 sono 12, mentre 7 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 48, mentre sono 14 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il martedì risulta essere il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo quadrimestre dell’anno (21,8%).

I numeri delle denunce per settore 

Le denunce di infortunio totali crescono del 3,6% rispetto ad aprile 2023. Erano, infatti, 187.324 a fine aprile 2023, nel 2024 sono passate a 193.979.

Anche a fine aprile del 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (22.299); seguono: Costruzioni (10.913), Sanità (10.873), Trasporto e Magazzinaggio (10.072) e Commercio (9.759).

Le denunce per genere, nazionalità ed età

Le denunce di infortunio delle lavoratrici ad aprile 2024 sono state 70.733, quelle dei colleghi uomini 123.246. 

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono state 165.249 a fine aprile 2024: 56.341 sono le donne e 108.908 gli uomini.

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 133.297, mentre degli stranieri sono 31.952. 

La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 41.613 denunce (il 21,5% del totale).

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