Dopo l’annuncio di Laura Ferrara sul paventato ritiro del progetto della metropolitana leggera Cosenza-Rende-Unical da parte dell’Autorità di gestione del Por, la Regione non ha battuto ciglio, avallando di fatto le dichiarazioni rese dall’eurodeputata pentastellata.

Non tutto è perduto

In realtà l’infrastruttura strategica non è ancora giunta al capolinea. Ma certamente per realizzare l’opera, occorre un atto di coraggio della presidente Jole Santelli, o forse di incoscienza. Perché pensare di chiudere il cantiere entro il 2023, condizione necessaria per non perdere il finanziamento, ad oggi appare una follia. Lo sanno bene negli uffici della Cittadella dove, non a caso, si pensa ad una rimodulazione di queste risorse.

Il rischio delle penali

Ma anche gettare la spugna e cancellare l’opera, e con essa vent’anni di lavoro preparatorio, è una follia. Così come perdere gli oltre dieci milioni già investiti ed i sedici milioni che spetterebbero come risarcimento alla ditta appaltatrice. Soldi che dovrebbe scucire la Regione e non l’Unione Europea.

Giganti e nani della politica

Certamente questa vicenda  è emblematica dell’abisso che separa, sul piano della capacità amministrativa, chi quell’opera l’ha pensata, il vecchio sindaco Giacomo Mancini, e chi invece avrebbe dovuto costruirla. La visione prospettica del leader socialista, coerente con l’interesse pubblico di poter contare su un sistema di collegamento utile a connettere il tessuto dell’area urbana e cruciale anche per gettare basi concrete sulla costituzione del comune unico, è stata mortificata da beghe politiche di basso livello, di cui oggi tutti i cittadini devono pagare il prezzo.

Occhiuto ha avvelenato i pozzi

Non bisogna guardare lontano per individuare i responsabili principali di questa spiacevole situazione, Mario Occhiuto e Mario Oliverio, protagonisti dell’odioso tira e molla andato in scena tra il 2016 ed il 2017, causa anche del mancato avvio di un’altra opera fondamentale: il nuovo ospedale. Il sindaco di Cosenza, dopo che la sua amministrazione aveva adottato le delibere propedeutiche all’avvio del cantiere della metro, per tornaconto elettorale ha prima demonizzato l’infrastruttura, poi l’ha utilizzata come merce di scambio al limite del ricatto politico, tanto da essere per questo indagato dalla Procura di Catanzaro nell’inchiesta Passepartout, infine l’ha resa impopolare adottando la scellerata scelta di chiudere Viale Mancini prima di tracciare e rendere fruibile un percorso viario alternativo.

L’immobilismo di Oliverio

Mario Oliverio dal canto suo, dopo aver avuto il dubbio di rinunciare alla metro, è rimasto inerme di fronte ai continui avvertimenti dell’Unione Europea sul rischio di disinvestimento dell’opera. Da Bruxelles hanno iniziato a chiedere conto non solo del mancato avvio dei lavori ma addirittura della mancata validazione del progetto esecutivo almeno un anno e mezzo fa con sollecitazioni continue ma incapaci di smuovere il pachidermico presidente, impassibile di fronte all’accumularsi del ritardo divenuto ormai incolmabile del cantiere lumaca.

Costi lievitati

Sulla questione della lievitazione dei costi, dalla risposta resa dalla precedente Giunta regionale ad una interrogazione presentata nel marzo 2019 dal consigliere Carlo Guccione, si evince un incremento di almeno 25 milioni a causa delle criticità emerse per lo spostamento di tutti i sottoservizi di Rende e Cosenza, l’individuazione di altri costi dovuti per procedure di esproprio non previste dal progetto originale e quelli derivanti dalle modifiche al materiale rotabile per dotarlo di batterie necessarie all’alimentazione del veicolo nelle zone di transito prive di pantografo.

Santelli, batti un colpo

Adesso la palla è nelle mani di Jole Santelli. Tocca alla presidente della Regione indirizzare gli uffici verso la rinuncia definitiva oppure nella direzione di reperire su altre linee di finanziamento, una ipotesi è quella dei Fondi Pac, le risorse necessarie ad andare avanti su una strada certamente accidentata per la forte contrarietà manifestata dalla popolazione locale. Una strada dalla quale poi non si potrà tornare indietro.