La segretaria regionale Ornella Cuzzupi punta il dito e promette battaglia in ogni sede a favore dei lavoratori e per la tutela dei diritto alla salute
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Parla di presa in giro e spiega subito il perché, convinta che non sarà certo «una legge salva precari a salvare veramente i precari» per due semplici motivi: primo, «in materia di sanità le decisioni finali spettano comunque al commissario Cotticelli», secondo una «regione in regime di commissariamento non può assumersi questi oneri di spesa».
A fare la sintesi della situazione è il segretario generale dell’Ugl Calabria Ornella Cuzzupi, scettica sulla possibilità che il problema possa veramente essere risolto, ma decisa a dare battaglia affinché invece accada.
«Il governatore durante l’ultima seduta del Consiglio regionale – sostiene – ha affermato di avere avuto una positiva interlocuzione con il ministro Speranza, ma che per i precari sarebbe stato necessario aspettare i “tempi parlamentari” per arrivare ad una soluzione. Ed allora la forzatura per provare a salvare il salvabile con un occhio ben attento alle logiche elettorali, che hanno sempre costituito l’unica bussola per la politica nella gestione della sanità. Il provvedimento approvato dall’aula verrà quasi sicuramente impugnato dal governo, ma intanto il bacino elettorale dei precari è stato soddisfatto. E poi – aggiunge Ornella Cuzzupi – qualcuno dovrebbe spiegare come mai un’emergenza di questo tipo che coinvolge migliaia di medici, infermieri e tecnici che mandano avanti le strutture sanitarie calabresi ogni giorno, sia stata messa in agenda così tardi. L’interlocuzione con il governo non poteva cominciare prima? Il neo ministro Speranza non avrebbe potuto fornire risposte immediate? La sensazione è che anche questo nuovo governo affidato a Giuseppe Conte non abbia alcuna considerazione per la nostra Regione, così come non lo ha avuto il primo che con il decreto “salva Calabria” non ha prodotto ancora oggi nessun risultato tangibile».
Da qui la promessa: «l’Ugl, dai vertici nazionali a quelli locali si batterà in ogni sede per tutelare i diritti dei lavoratori indispensabili per il funzionamento degli ospedali e delle strutture sanitarie calabresi e quindi per la stessa tutela del diritto alla salute dei cittadini che, purtroppo, in numero sempre maggiore sono costretti all’emigrazione sanitaria anche per la cura di patologie non gravi».