È una questione che non riesce a vedere una fine e che si trascina avanti da mesi quella del bacino precari Lsu-Lpu e dei tirocinanti calabresi.
Venerdì 17 maggio, presso la sede della Comunità montana di Rogliano, in provincia di Cosenza, la Uil Temp, terrà un’assemblea con i sindaci dell’hinterland cosentino per discutere delle problematiche in atto.
«Sarà l’ennesima assemblea - è lo sfogo del segretario nazionale della Uil Temp Gianvincenzo Petrassi -. Da gennaio ad oggi il sindacato ne conta oltre cento. Il governo regionale ha fatto la sua parte, ma il problema serio noi lo abbiamo con Roma. Senza le deroghe e senza il contributo straordinario dal Governo parliamo di aria fritta».

 

Quattromila lavoratori rischiano di andare a casa

Sugli Lsu-Lpu è ancora tutto fermo e, in realtà, sembra non essersi mai visto uno spiraglio. «È un dialogo che non si è mai aperto con Roma», ribatte Petrassi -. La Uil Temp ha manifestato insieme alle altre sigle sindacali, a dicembre dello scorso anno, mettendo in atto con i manifestanti il blocco dello svincolo autostradale di Cosenza nord. Per questo sono stato denunciato insieme agli altri segretari confederali calabresi, ma è l’unico modo che avevamo di farci sentire».
Finora solo la promessa fugace fatta dal ministro Luigi Di Maio - durante una manifestazione a Reggio Calabria in cui era presente la Uil Temp - in merito ad una tavola rotonda sulla questione. Nel frangente, l’organizzazione sindacale è stata «costretta a salire a Roma» per sciogliere i nodi più urgenti: «Abbiamo ottenuto un incontro con il presidente della Commissione Lavoro al Senato che ci ha fatto interfacciare con alcuni membri del Governo affinché si potessero collocare gli ex Lsu-Lpu fino al 31 ottobre 2019 altrimenti queste persone sarebbero state già fuori».
«Da allora - spiega Petrassi - stiamo aspettando questo incontro con il ministro Di Maio. Mentre la Regione Calabria ha storicizzato i 39 milioni di euro per la stabilizzazione dei lavoratori, il Governo nazionale ancora non ha fatto quanto ci aveva promesso e il rischio vero è che al 31 ottobre quasi 4mila lavoratori calabresi andranno a casa. Mai in Italia tanti posti di lavoro sono stati al centro di una singola vertenza».

 

Il nodo tirocinanti: in 7mila attendono risposte

C’è poi il nodo tirocinanti. Secondo i dati snocciolati dalla Uil Temp, sono oltre 7mila in Calabria. «I tirocinanti della Giustizia dovevano essere 1000 e in realtà sono 850. Ci sono poi i 500 del Miur e i 500 dei Beni Culturali. A questi si aggiungono i tirocinanti che operano negli enti pubblici e privati, altre 6mila persone», dichiara Petrassi.
Il leader Uil Temp precisa che per queste persone «noi non vorremmo avere il sussidio in eterno però vogliamo che si crei un percorso di collocamento e, in attesa che ciò avvenga, non possiamo lasciare oltre 7mila persone senza nulla. Alcuni non è semplice ricollocarli, vengono dalla mobilità in deroga e, in alcuni casi, sono fuori dal mondo del lavoro da anni».


Pronti a tornare in piazza

«Se da qui a breve non dovessimo avere risposte dal Governo nazionale e i nostri appelli rimarranno nuovamente inascoltati, non escludiamo azioni di lotta. Siamo pronti a tornare in piazza, è l’unica alternativa che abbiamo».