VIDEO | Il referente regionale dell'associazione Astra conferma la protesta in programma per il prossimo 4 aprile: «Bisogna assolutamente ottenere un calo diretto del costo di benzina e gasolio che sia a vantaggio di tutti»
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Essendo stato confermato il blocco nazionale dell’autotrasporto, per il 4 aprile prossimo, anche in Calabria la categoria si prepara ad una mobilitazione che ha l’obiettivo di paralizzare il Paese. L’Astra, l’associazione che fa parte della rete di Conftrasporto, ha ripreso a formare presidi – parcheggiando i “bisonti” senza ostacolare la circolazione – e nell’area portuale industriale di Gioia Tauro è stato fatto il punto rispetto anche alle notizie che rimbalzano da Roma. «Questo decreto che il governo sta per varare – spiega il referente regionale di Astra Santo Bagalà – è del tutto insufficiente perché interviene sulle accise, ma solo per una parte minima dei mezzi, mentre bisogna assolutamente ottenere un calo diretto del costo del carburante che sia a vantaggio di tutti, non solo degli autotrasportatori».
Secondo quanto filtra da Roma, la trattativa con il ministero porterebbe ad un calo di 15 centesimi sul prezzo alla pompa, da qui l’insoddisfazione manifestata nel corso della puntata odierna nel corso di “Prima della Notizia”, il format di LaC. «A inizio anno – afferma un camionista – spendevo 2000 euro per fare un pieno. Oggi se va bene ci vogliono 2.700 euro per 1.300 litri». Galoppa nuovamente il caro carburante, quindi, e Rocco Gioffrè – un altro imprenditore – chiama in causa il governo anche perché «è ormai dimostrato che la guerra c’entra poco o nulla rispetto ad un prezzo che aumenta sin dal settembre scorso: segno evidentemente che nella filiera c’è chi ha dei ricavi ingiustificati».
L’Astra ha deciso di lanciare una serie di assemblee «perché – argomenta Bagalà – bisogna spiegare ai cittadini che la nostro protesta non è contro di loro, che il caro carburante colpisce anche loro e tutte le categorie produttive». Già per domani è stato programmato un altro presidio. «Vogliamo scongiurare lo sciopero – conclude il presidente – ma questo dipende dal governo. Questa volta non faremo proteste blande, ma il rischio è che si ritorni blocchi duri come quelli del 2012 quando i supermercati rimasero per giorni e giorni privi di merce».