A Corigliano Rossano l’iniziativa, intitolata "Albergo diffuso, il caso Sextantio: da progetto culturale a modello di sviluppo per le aree interne del Sud", ha rappresentato un momento importante di riflessione sulla possibilità di rigenerare i centri storici del Meridione, prendendo spunto dal successo di Santo Stefano di Sessanio, in provincia dell’Aquila. Protagonisti dell’evento: Daniele Kihlgren, imprenditore visionario noto per il rilancio dei borghi storici, Giuseppe Brindisi, giornalista e conduttore televisivo Rete 4, Lenin Montesanto, ideatore del progetto Mid Calabria Straordinaria, e Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano. La partecipazione attiva della platea ha dato ulteriore valore al dibattito: cittadini, operatori e associazioni hanno accolto con interesse gli stimoli lanciati dal palco, intervenendo con domande e osservazioni che hanno arricchito il confronto.

Ospite d’eccezione Daniele Kilgren, imprenditore conosciuto come "Salva Borghi", protagonista del rilancio del borgo di Santo Stefano di Sessanio in Abruzzo. Durante il suo soggiorno a Corigliano-Rossano, Kilgren ha visitato i centri storici della città, sottolineandone le potenzialità. «Sono luoghi molto belli», ha raccontato, «diversi dai patrimoni che finora ho conosciuto. Hanno una forza identitaria propria, che se valorizzata, può generare un turismo di alta qualità, lontano dai circuiti turistici omologati». Kilgren ha spiegato come, pur con differenze rispetto a Santo Stefano, Corigliano-Rossano possieda tutte le condizioni per intraprendere un percorso di rigenerazione.

«Qui troviamo palazzi storici importanti ma anche costruzioni più recenti che talvolta rompono l’armonia estetica. Bisogna agire con attenzione, proteggendo non solo i grandi edifici, ma anche le cantine, le grotte, i luoghi più semplici. Sono queste tracce autentiche che interessano il viaggiatore che cerca un’Italia vera». Secondo Kilgren, l'identità dei luoghi va preservata attraverso progetti che coinvolgano tanto il pubblico quanto il privato. «Non possiamo demandare tutto alla politica. Serve anche la responsabilità degli abitanti, dei proprietari di immobili storici. Bisogna evitare che la modernità cancelli la memoria». Alla domanda su cosa dovrebbe fare la politica locale, regionale e nazionale, Kilgren ha risposto: «La tutela deve essere la priorità, anche dei patrimoni minori. Sono proprio questi a dare forza a un Sud diverso, capace di attrarre chi cerca esperienze autentiche e vuole allontanarsi dalla monotonia del turismo di massa». L’imprenditore ha poi sottolineato che investire sull'identità storica può generare sia flussi turistici che nuove forme di residenzialità. «Nord europei, americani, canadesi sono affascinati dai nostri borghi. Ma serve coerenza: niente stravolgimenti, niente interventi invasivi. L’obiettivo deve essere conservare l'anima dei luoghi».

Il sindaco Stasi: «Più forza ai Comuni per rigenerare i centri storici»

Il sindaco Stasi ha sottolineato l'importanza di superare l’approccio assistenzialista: «Il contributo economico che parte dal Por può essere uno stimolo, ma non basta. Serve un ripensamento culturale sul rapporto che abbiamo con i nostri centri storici». L’amministratore ha rimarcato l’esigenza di un sostegno legislativo che dia più forza ai Comuni per agire su immobili abbandonati o sottoutilizzati. «Spesso ci troviamo in difficoltà a riqualificare aree disabitate perché la burocrazia frena le operazioni. Servirebbero norme che rendano più facile acquisire gli immobili e gestire i prezzi, per contrastare speculazioni che ostacolano la rinascita dei borghi». Secondo Stasi, la pubblica amministrazione può accompagnare i processi, ma il vero motore deve essere il mondo delle imprese. «Senza investimenti privati difficilmente si può pensare a un futuro sostenibile per i nostri centri».

Un'altra criticità riguarda la qualità dell'offerta turistica, che Stasi ritiene ancora frammentaria e scollegata dal tessuto urbano: «Dobbiamo superare l’idea di strutture isolate e puntare su ricettività integrata nei centri storici e lungo il litorale, capace di generare ricadute concrete sul territorio». Il sindaco ha inoltre annunciato la creazione di un ufficio per la valorizzazione dei beni storici e culturali: «Sarà uno strumento operativo per stimolare e coordinare iniziative, senza centralizzare, ma dando impulso ad una gestione più efficace del patrimonio»

Brindisi: «Dal dibattito nasce l’energia per il cambiamento»

Una serata intensa, partecipata, capace di stimolare riflessioni autentiche: è il bilancio tracciato da Giuseppe Brindisi, conduttore del programma "Zona Bianca" su Rete 4, che ha moderato l’incontro al Brico Diffuso di Corigliano-Rossano dedicato ai modelli di sviluppo dei borghi storici. «Quando il pubblico risponde, si crea una vera connessione», ha spiegato Brindisi. «Il tema trattato, quello della rigenerazione delle aree interne, riguarda non solo Corigliano-Rossano, ma moltissimi borghi italiani. È una questione strategica per il futuro del nostro Paese». Colpito dalla partecipazione attiva dei cittadini, Brindisi ha evidenziato come il dibattito con il sindaco e gli altri ospiti sia stato un elemento di valore aggiunto: «Quando c'è un confronto vero, nasce un’energia positiva che può portare a risultati concreti». Riflettendo sul ruolo dei media e sulla percezione del Sud, Brindisi ha riconosciuto la presenza di narrazioni spesso superficiali. «La Calabria, come altre regioni meridionali, ha una storia complessa. C’è un potenziale turistico enorme, ancora poco sfruttato, ma il cambiamento non può arrivare solo da fuori. Serve una spinta che parta dalle comunità locali, dalla loro capacità di investire su se stesse». Il messaggio finale è chiaro: «Bisogna smettere di aspettare. È il momento di agire, di credere nelle proprie risorse. La serata di Corigliano-Rossano dimostra che questa consapevolezza, almeno qui, sta crescendo».

Montesanto: «Investire sull’identità è la chiave del rilancio»

“Con l’identità si vince". È questo il messaggio principale lanciato da Lenin Montesanto, ideatore del progetto Mid Calabria Straordinaria, che ha condotto la serata. «Scommettere sull’identità dei nostri centri minori significa creare un’economia più equilibrata. Il patrimonio architettonico e culturale delle aree interne è la vera leva competitiva che abbiamo rispetto al resto del mondo», ha evidenziato. Secondo Montesanto, il cambiamento deve essere prima di tutto culturale. «Dobbiamo ripensare il nostro rapporto con i centri storici. Rilanciare questi luoghi vuol dire anche offrire ai giovani la possibilità concreta di restare, creando imprese sostenibili e innovative». Sulla visione futura, Montesanto immagina Corigliano e Rossano come una unica grande città d’arte. «Il percorso iniziato con la fusione deve completarsi con una vera destinazione turistica ed esperienziale, capace di valorizzare la forza dei due centri storici messi insieme, senza uguali nel panorama calabrese e meridionale». Realizzare un modello di albergo diffuso è possibile, ma, precisa Montesanto, il motore dovrà essere l’impresa. «Le pubbliche amministrazioni possono accompagnare, ma non guidare. Sarà l’iniziativa privata a rendere concreto questo progetto. È necessario che il mondo economico capisca che investire nei centri storici è più conveniente, più utile e più duraturo rispetto ad altre forme di investimento».