I facilitatori ingaggiati per l’erogazione del reddito di cittadinanza hanno incrociato domanda e offerta. Ne è emerso uno spaccato che racconta di un esercito di disoccupati mai censiti e incapaci di sfruttare le chance a disposizione (ASCOLTA L'AUDIO)
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Il 30 aprile è fissata la scadenza dei contratti ma al netto delle evoluzioni della vertenza sindacale, il "navigator" ha avuto certamente il merito di inaugurare l'anno zero nella gestione della domanda e dell'offerta nel mercato del lavoro. Si stima, infatti, che da ottobre ad oggi la nuova figura professionale - nata con l'introduzione del reddito di cittadinanza - abbia individuato 41mila vacancy in tutta Italia.
Il lavoro c'è ma non si vede
Nel giro di tre mesi, insomma, i circa 2.700 navigator assunti da Anpal Servizi, ente strumentale del Ministero del Lavoro, sono riusciti nell'improbo compito di scovare 41mila nuove occasioni di lavoro. Oltre 300mila in tutta Italia le aziende contattate con l'obiettivo di incrociare la domanda e l'offerta di lavoro, quel che ne è venuto fuori è un mercato del lavoro tutt'altro che asfittico.
Lavoratori sommersi
Probabilmente solo due mondi che finora hanno comunicato troppo poco o impiegando linguaggi diversi. La figura del navigator si configura come cerniera di collegamento tra i due universi che stentano ancora oggi ad avviare un rapporto stabile. Un dato su tutti racconta il fallimento dei centri per l'impiego come finora concepiti: sono circa due milioni in Italia le persone inesistenti perchè mai censite dai centri per l'impiego. Mai registrate e, quindi, al di fuori di qualsiasi circuito di collocamento o ricollocamento lavorativo.
In Calabria
E la Calabria non fa eccezione. Da ottobre ad oggi i 168 navigator calabresi assunti con un contratto di collaborazione continuativa hanno individuato 3.742 nuove offerte di lavoro, posti vacanti per i quali le aziende sono alla ricerca di impiegati. Fuori dalla retorica di una regione affamata di lavoro, queste cifre raccontano molto altro. In tre mesi i navigator non hanno solo contattato le aziende alla ricerca di professionalità ma anche i potenziali candidati e lo spaccato venuto fuori è disarmante: contesti familiari fragili e disagiati al limite della emarginazione sociale. Un esercito di calabresi non attrezzati ad affrontare il mondo del lavoro con una bassa scolarizzazione.
Emarginazione sociale
La formazione spesso non si spinge oltre la licenza media con un'aspettativa professionale molto limitata. Giovani non formati o donne che hanno dedicato la propria vita alla famiglia e raggiunta l'età matura non hanno mai avuto alcuna esperienza lavorativa. Scarsi o quasi inesistenti contatti con i centri per l'impiego, mai censiti tra coloro che cercano un posto di lavoro. Un enorme sommerso che oggi gradualmente sta venendo allo scoperto. Ma anche una endemica impreparazione da parte delle aziende a cogliere le opportunità che pur esistono nel mercato del lavoro.
Il reddito di cittadinanza
In Calabria sono 105.626 i beneficiari del reddito di cittadinanza che hanno stipulato il patto per il lavoro: 16.493 nella provincia di Catanzaro, 35.583 nella provincia di Cosenza, 14.991 nella provincia di Crotone, 31.239 nella provincia di Reggio Calabria e 7.320 nella provincia di Vibo Valentia. Tuttavia, solo il 24% dei beneficiari ha sottoscritto almeno un contratto di lavoro (25.500): 4.000 nella provincia di Catanzaro, 9.016 nella provincia di Cosenza, 3.440 nella provincia di Crotone, 6.958 nella provincia di Reggio Calabria e 2.086 nella provincia di Vibo Valentia. Ma cala ancora la percentuale se si analizzano i dati dei beneficiari con un contratto attivo al 31 ottobre 2020: solo 14.484. 2.192 nella provincia di Catanzaro, 5.103 nella provincia di Cosenza, 1.900 nella provincia di Crotone, 4.220 nella provincia di Reggio Calabria e 1.069 nella provincia di Vibo Valentia.