Area industriale di Lamezia Terme, centinaia di metri quadrati che si susseguono tra fabbriche, terreni liberi e molti, invece, coltivati. È qui che entro il 2022 dovrebbero nascere porto turistico e waterfront, inseriti dal 2014 nelle Linee Guida del Piano Regionale dei Trasporti. L'ultimo atto ufficiale è un protocollo d'intesa firmato da Regione Calabria, Comune di Lamezia Terme, Provincia di Catanzaro, Corap, Anas, Fondazione Mediterranea Terina e Lameziaeuropa spa. 

I progetti in itinere

Dovrebbero essere la chiave di svolta per l’area centrale della Calabria, una vera e propria occasione di rinascita e sviluppo. Ma non la sola. Sempre qui dovrebbero sorgere gli Studios cinematografici e televisivi della Calabria Film Commission e il Centro di ricerca internazionale della Fondazione Dulbecco. Insieme all'Aula Bunker e ad altri progetti una delle aree industriali più grandi del Sud dovrebbe così diventare vitale e scrollarsi di dosso quello stigma di abbandono e fallimento che da tempo si trascina.

Tutto ora è però messo a rischio dal progetto di un mega parco fotovoltaico, uno dei più grandi d’italia, capace di produrre fino ad un massimo di 123 megawatt peak e che in soldoni asfalterebbe mezza area industriale per congiungersi con la rete ad alta tensione attraverso la stazione di Feroleto Antico.

Sulla carta l’impianto andrebbe ad inglobare 85mila metri quadrati di lotto dell’ex Biofata e un altro macro lotto da 550 mila metri quadrati. A rischio anche i 351 ettari inseriti nella Zes Calabria e gli 11 milioni di investimenti previsti dall’accordo Regione – Anas per mettere in sicurezza la Strada statale 18.

A proporre l’impianto è una ditta di Padova, la Uhb Solar Italia. Si attende con ansia la conferenza dei servizi in Regione del prossimo 8 novembre per capire come andranno le cose. Il rischio è che essendo il Porto Turistico ancora fermo alla fase di protocollo d'intesa, non avendo quindi, un vincolo sui terreni, possa rimanere schiacciato dal progetto del mega impianto. 

Il fallimento della Biofata

Importante sarà il parere dei privati che hanno quei terreni. Tra questi la Biofata, che qui ha visto fallire una chimera da 76 milioni di euro ed è ormai in liquidazione. Avrebbe dovuto portare avanti un progetto integrato agroindustriale, la posa della prima pietra avvenne addirittura due volte, e ad oggi è entrata nell'annuario delle promesse mancate, di quegli specchi infranti in cui la Calabria ha visto riflessi sviluppo, occupazione, denaro. 

Lameziaeuropa,  società di gestione e promozione dell'Area di Sviluppo Regionale di Lamezia Terme e della Regione Calabria, aveva all'epoca diritto di prelazione sui terreni Bioofata, ma non lo ha esercitato nei termini previsti e ora si teme la società possa acconsentire al parco per liberarsene.

L'opposizione dei sindaci

Sulla vicenda il coro politico dei no è unanime, il primo ad alzare gli scudi e a lanciare l’allarme è stato il sindaco di Lamezia Mascaro che avverte sul fatto che un parco fotovoltaico non porterebbe posti di lavoro né ricchezza, andando, invece, ad interferire con altri progetti in corso finalizzati proprio a costruire un futuro di sviluppo. 

Conferenza alla quale non è stato invitato il Comune di Maida che con una nota stampa ha alzato la voce spiegando che il borgo  è interessato da parte dei terreni quid della questione e che «poiché le zone gravate da usi civici, per il loro interesse paesaggistico, sono sottoposte alle disposizioni per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale, nessun progetto può essere autorizzato senza il consenso del comune titolare del diritto – chiarisce il sindaco Salvatore Paone -.Alla luce di tutto ciò, il primo cittadino invita il dipartimento regionale a sospendere ogni procedimento di rilascio di autorizzazioni per la realizzazione dell' impianto fotovoltaico e a inserire immediatamente il comune di Maida nell’elenco dei soggetti aventi titolo a partecipare ad eventuale futura conferenza di servizi. Ciò al fine di consentire all’Ente di esprimere le proprie valutazioni e far valere i propri diritti».