Zes unica, unica beffa per la Calabria e per il Sud. Un'altra "perla" della regnanza di governo nazionale. Ancora si rintracciano agevolmente i lanci mediatici sulla costituzione della Zes unica per il Sud, la cosiddetta zona economica speciale in grado di attrarre investimenti a fronte di generosi crediti di imposta.

Dal palco delle meraviglie si annunciavano sgravi fino al 60% per le piccole imprese, non meno del 40% per le piccole. Alla "squagliata della neve" invece, cioè a fresca comunicazione dell'Agenzia delle entrate, cifre risibili di sgravio fiscale. Per la Calabria anche al di sotto delle 2 cifre. Una presa per i fondelli più o meno colossale, a conti fatti. A metà tra calcoli sbagliati o dopati, mancanza di coperture, spendibilità solo mediatica dell'operazione.

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In principio fecit il primo gennaio 2024, è qui che prende il via la Zes Unica Sud con la revisione totale del sistema e con il superamento delle mappe, degli elenchi e delle relative particelle comunali. Per l’intero Sud Italia un’unica grande Zes. La legge di bilancio 2024 ha di fatto confermato la copertura finanziaria per l’anno 2024 del nuovo credito d’imposta in 1,670 miliardi di euro, destinati alle aziende che acquistano beni strumentali per implementare o insediare strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle Regioni della Zes unica.

Il decreto del 17 maggio 2024 prevede per la Calabria una percentuale di credito d’imposta del 60% per le piccole imprese, del 50% per le medie imprese e del 40% per le grandi imprese. Ma sulla carta però. Perché proprio nelle ultime ore è stato emesso il provvedimento dell’Agenzia delle entrate che fissa ben altre percentuali del credito d’imposta, il 17,6668%. La misura è stata determinata tenendo conto del totale dei bonus richiesti tramite istanze valide presentate tra il 12 giugno 2024 e il 12 luglio 2024, che ammonta a 9.452.741.120 euro, rispetto alle risorse disponibili pari a 1.670 milioni di euro.

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Pertanto, la percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile da ciascun beneficiario è calcolata dividendo le risorse disponibili per il totale delle richieste, risultando appunto in 17,6668%. È questa la percentuale che deve essere applicata al credito d’imposta spettante, il che equivale a dire che per la Calabria la percentuale di credito d’imposta sull’investimento agevolabile, che per le piccole imprese era del 60% si tramuta nel 10,60%, per le medie imprese il credito d’imposta del 50% sull’investimento agevolabile si tramuta nell’8,83% e per le grandi imprese il credito d’imposta del 40% sull’investimento agevolabile si tramuta nell’7,07%. Una vera beffa. Un'altra "perla" della regnanza. A conti fatti un provvedimento tra il poco utile e il risibile per la Calabria.

Nelle intenzioni originarie la Zes doveva fungere da strumento per il rilancio economico del Mezzogiorno, almeno dal palco delle meraviglie. Ma mancano risorse adeguate e così lo spot è servito. Inoltre le limitazioni imposte riguardanti il divieto di cumulo del credito d’imposta con altri incentivi, come i contratti di sviluppo, limita ulteriormente l’efficacia della misura e vanifica i tentativi di rilancio economico dell’area meridionale. Un evento deludente ed inferiore a qualsiasi aspettativa, anche rispetto a chi tutto sommato lo conosceva già come semplice spot. Messa così anche come "poltronificio" la Zes rischia di fallire.