VIDEO | A rischio soprattutto le produzioni agrumicole. Gli imprenditori agricoli si rivolgono alle istituzioni per l’immediata cessazione del presidio in atto
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A rischio la filiera agroalimentare della Piana di Sibari. La vertenza dei lavoratori del consorzio di bonifica di Trebisacce aggrava le condizioni di crisi degli imprenditori agricoli della Sibaritide le cui produzioni sono a rischio a causa dei disagi al servizio di irrigazione. Si ipotizzano perdite ulteriori di circa il 20% soprattutto in agrumicoltura che ha bisogno del prezioso liquido in questa fase di maturazione. In una nota inviata alla Regione Calabria, al Governo, alla deputazione parlamentare del territorio, e alle associazioni di categoria, l’associazione per la salvaguardia e tutela dell’agricoltura, composta da piccoli e medi produttori agricoli del territorio chiede l’immediata cessazione della vertenza in atto.
Il presidente dell’Associazione Salvaguardia e tutela dell’agricoltura Giuseppe Licciardi lancia l’allarme “acqua” per le coltivazioni nella fase topica del trattamento degli agrumi. «Si creano danni ingenti agli agricoltori, il frutto non matura e non si potrà procedere alla raccolta. Né i pozzi possono supplire alla carenza poiché non tutti i produttori ne sono dotati. Ma c’è di più, le falde acquifere si sono abbassate e non si riesca a captare acqua». L’appello è rivolto alla politica regionale che svolge un ruolo di «controllo sul consorzio. Già nel 2021, racconta Licciardi, non abbiamo avuto acqua per le nostre coltivazioni e per giunta il consorzio ha persino aumentato del 30% le quote associative. Quest’anno invece, sono state emesse le cartelle dei pagamenti a marzo 2022 (ad inizio campagna) ancor prima dell’erogazione dell’acqua. Ci sono appezzamenti di terreno di natura sabbiosa che hanno bisogno della risorsa idrica costantemente».
Il vice presidente dell’associazione Giuseppe Novello ha perso la fiducia nei confronti delle istituzioni:«Si tratta di un problema cronico di cui sono a conoscenza da anni sia la Regione Calabria sia le associazioni di categoria. Come al solito le risposte istituzionali in Calabria non arrivano. Parliamo del settore agrumicolo, un’eccellenza che andrebbe tutelata in tutte le sue forme, invece assistiamo al disinteresse totale. A farne le spese l’anello debole rappresentato dai piccoli produttori e dalle maestranze».
Il segretario dell’associazione Roberto Caliò nell’esprimere solidarietà ai lavoratori del consorzio, parla di spese esorbitanti a carico dei produttori a causa del caro prezzi, del problema della siccità che ha già di per sé compromesso parte delle produzioni e dulcis in fundo la mancata attivazione del servizio di irrigazione. Intanto la protesta dei lavoratori del consorzio continua. Nessuna novità all’orizzonte. Il prefetto di Cosenza, coinvolto dai sindaci, ha interessato l’assessorato all’agricoltura regionale e per i prossimi giorni è stato fissato un incontro. Mentre, questa sera, si recherà sul posto dove è ancora in corso il presidio dei lavoratori l’Arcivescovo della Diocesi di Cassano Mons. Savino.