VIDEO | Parterre d'eccezione per la giornata di studi a Catanzaro sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il presidente dell'unità di missione alla Presidenza del Consiglio dei ministri pone l'accento sulle penalità previste in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi. La lente della Corte dei Conti sull'uso dei fondi pubblici
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«Penso che il treno per il sistema Italia non sia perso però è chiaro che oggettivamente serve un cambio di passo per avere un utilizzo se non completo quanto meno soddisfacente di queste risorse». Si guarda al bicchiere mezzo pieno nel corso dell'incontro di studio e approfondimento focalizzato sul piano nazionale di ripresa e resilienza. A parlare è Luciano Cimbolini, dirigente della Ragioneria generale dello Stato durante la mattinata di studi a Catanzaro organizzata da Anutel, ente del terzo settore, e rivolta alle amministrazioni locali - in prima linea nella spesa dei fondi - che tuttavia non ha sortito l'effetto sperato.
Scarsa adesione
«Abbiamo coinvolto docenti e personalità istituzionali provenienti dai ministeri per fornire un aiuto ai sindaci e ai Comuni che devono gestire il Pnrr» ha chiarito con amarezza il presidente di Anutel, Francesco Tuccio. «Abbiamo invitato anche le associazioni di categoria, peccato però che siano assenti. In pochi hanno aderito e credo che sia una opportunità che si perde. Si perdono fondi e spesso non si sa come procedere anche perché mancano risorse e personale».
Fondi disponibili e non richiesti
Un concetto ribadito nel corso della giornata di studi: «Ci sono risorse disponibili che molte volte non vengono neppure richieste perché mancano le progettualità» ha rincarato la dose Claudio Galtieri, presidente onorario della Corte dei Conti e direttore del comitato scientifico Anutel. «Ci sono tantissime risorse che in questo momento, come ben sappiamo, si fatica ad ottenere sia ad utilizzare» ha aggiunto Cimbolini. «La sfida da qui al 2026 è di accelerarne l'utilizzo in tutti i campi anche se non in maniera integrale comunque soddisfacente» ha ribadito il dirigente del Mef.
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Le penalità
Hanno fatto eco le parole di Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, presidente di sezione della Corte dei Conti e presidente della struttura di missione Pnrr alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, collegato da remoto. «C'è anche il tema delle penalità di cui nessuno parla» ha spiegato. «Se noi non realizziamo un intervento per 300 milioni di euro» a titolo d'esempio «la Commissione Europea non ci taglia 300 milioni di euro ma ne taglia 500. Sono previste le applicazioni di sanzioni a seguito del mancato raggiungimento degli obiettivi».
In Calabria
In Calabria, ovviamente, la situazione è molto più complessa come confermato dalla presidente della sezione di controllo regionale della Corte dei Conti, Rossella Scerbo: «La Calabria è una regione difficile perché ha più di 100 comuni che sono in piano di riequilibrio o dissestati, quindi, in condizioni di squilibrio strutturale del bilancio. Questo rende difficile anche la gestione dei fondi. Purtroppo, alcuni comuni hanno dovuto rinunciare ai finanziamenti che avevano chiesto. In linea generale questo si inquadra in una difficile condizione finanziaria dei Comuni, soprattutto a causa della mancata riscossione dei tributi e della evasione tributaria».