Per la Calabria sono disponibili 9 miliardi e 900 milioni (1,8 Mld nella provincia di Cosenza; 701,2 Mln nella provincia di Crotone; 1,6 Mld nella provincia di Catanzaro; 823,7 Mln nella provincia di Vibo Valentia; 1,7 Mld nella provincia di Reggio Calabria) per coprire e portare a compimento 10.919 progetti di cui, però, solo 4454 risultano validati.

Da questi numeri iniziali ha preso le mosse il report, elaborato dalla Uil, per capire lo stato di attuazione del Pnrr in Calabria. Il sindacato dice subito che non è stato facile ricostruire i dati per una certa mancanza di trasparenza, quello che viene fuori, però, non è affatto confortante. Il 40% di attuazione a fronte del 64% previsto in questa fase e una eccessiva parcellizzazione degli interventi e delle risorse. Sono questi i limiti nell'attuazione del Pnrr secondo l’analisi della Uil, che ha parlato di numerosi ritardi e diverse criticità.

Ritardi e criticità definite dalla segretaria generale della Uil Calabria, Mariaelena Senese «importanti» e tra queste spicca «la scarsa trasparenza, nel senso che - sostiene Senese - poco si sa relativamente al monitoraggio dei dati del Pnrr perché è stato tutto accentrato sul livello nazionale. Un elemento che con l'autonomia differenziata configura un binomio mortale per il Mezzogiorno e in particolare per la Calabria».

A scendere nei dettagli del report il segretario generale della Uil Fpl, Walter Bloise: «In Calabria si investe tanto in alcuni settori a differenza di altri, a esempio si investe in turismo per circa 100 milioni di euro contro i 5 miliardi delle infrastrutture, molti dei quali appannaggio delle grandi holding internazionali. Questi finanziamenti servono a colmare il divario infrastrutturale (reti materiali ed immateriali) che segna il futuro della Calabria ma, per noi, rappresentano l’ennesima sconfitta di uno Stato che, in questi anni, non è riuscito a colmare le distanze che allontanano, sempre di più, il Sud dal resto del Paese che queste infrastrutture (viarie, ferroviarie e tecnologiche) le possiede già». Bloise ha poi sottolineato come si investa in sanità per 500 milioni di euro contro il miliardo dell'innovazione tecnologica.

Per Bloise «i ritardi sono anche strettamente connessi alla incapacità da parte delle pubbliche amministrazioni di appaltare e realizzare in poco tempo svariate migliaia di interventi, stiamo parlando di circa 11mila interventi, la maggior parte sono interventi piccoli. C'è una grandissima parcellizzazione delle risorse, superiore rispetto ad altre regioni. Migliaia di interventi sono inferiori ai 30-20 mila euro, ed è chiaro - prosegue il segretario della Uil Fpl - che in questo momento i Comuni si trovano a realizzarne tantissimi e sono assolutamente senza personale. E tra le proposte che lanciamo c'è proprio quella di sbloccare le assunzioni».

La proposta del sindacato allora è investire circa il 3% delle risorse previste dal Pnrr riferito alla Calabria - stiamo parlando di 300 milioni circa e di 30 milioni su base annua, per dare corso ad un nuovo piano occupazionale che potrebbe, in parte, attenuare questi ritardi. Si tratterebbe di coprire, per 10 anni, il costo di circa 850/900 impiegati fra istruttori (geometri e ragionieri) e funzionari di elevata qualificazione (ingegneri, architetti, avvocati, economisti).

Naturalmente questo prevede, a monte, la previsione di una norma legislativa di carattere nazionale che consenta la deroga al tetto di spesa per le assunzioni. Senza questa “iniezione” di personale ai Comuni il rischio concreto è quello di dover restituire il prestito all’Europa, indebitando la regione per diversi anni, senza riuscire a realizzare i progetti previsti e, quindi, trasformare la Calabria.