In Calabria la pandemia ha agito come un detonatore sociale. Se da un lato, infatti, la chiusura forzata delle attività economiche e l’interruzione dei rapporti di lavoro ha lasciato sul campo – tra il 2019 e il 2020 – 23mila unità, dall’altro ha scoraggiato anche chi in quel periodo era alla ricerca di una occupazione. Tra il 2019 e il 2020 le fila degli inattivi sono aumentate di 14mila unità.

L'effetto pandemia

«In sostanza l’evento pandemico con la compressione della domanda di lavoro ha agito da forte fattore di scoraggiamento azzerando le dinamiche positive che si erano generate tra il 2018 ed il 2019», si legge nell’ultimo report stilato dall’Osservatorio dello Sviluppo Locale della Regione Calabria.

Bruciati 37mila occupati

Il documento, che porta la data del 22 settembre, attesta come «anche le difficoltà legate alla mobilità e alle chiusure dei servizi educativi, con conseguente aumento dei carichi familiari, hanno inevitabilmente aumentato la sfiducia e spinto verso l’abbandono di una ricerca attiva con conseguente calo delle forze di lavoro tra il 2019 ed il 2020 in Calabria di 37mila unità».

Alla ricerca di un lavoro da un anno

Nell’anno che si ricorderà come quello della diffusione della pandemia, c’erano 84mila persone in Calabria alla ricerca di un posto di lavoro da più di un anno. Il 50% di età compresa tra 25 e 44 anni; della platea il 54% sono donne mentre il 48% uomini. Poco meno del 90% ha un titolo di studio non superiore al diploma mentre i laureati rappresentano l’11,5%. Ad un inferiore titolo di studio corrisponde una maggiore età anagrafica.

La carica dei Neet

Un capitolo a parte è dedicato ai cosiddetti Neet, i giovani al di sotto dei 29 anni che non studiano e non lavorano. In Calabria nel 2020 erano 108mila, anche in questo caso la componente più alta è rappresentata dai diplomati (il 53,5%) mentre i laureati rappresentano il 9,9%. A Crotone appartiene il tasso più alto (il 48%), «un valore di oltre 13 punti superiore alla media regionale. Nel biennio è la provincia di Vibo Valentia quella che fa registrare l’incremento più elevato, pari a quasi 10 punti»: è quanto si legge nel report.

L'esercito dei percettori

Vi è infine l’esercito dei percettori di ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza. Nel 2021 in Calabria i percettori di Naspi, l’indennità mensile di disoccupazione, sono 59mila mentre oltre mille coloro che beneficiano della Dis Coll, l’indennità di disoccupazione a sostegno dei collaboratori coordinati e continuativi. Ben 243.691 sono, invece, i percettori del reddito di cittadinanza comunicati al ministero del Lavoro al 31 dicembre 2021. Un terzo del bacino è composto da giovani nella fascia di età 18 e i 30 anni: 33.757, pari al 33,19%. L’area con la maggiore concentrazione è la provincia di Crotone. Segue il bacino di competenza del centro per l’impiego di Gioia Tauro.

Famiglie in povertà

A fare da contraltare ad un mercato del lavoro con il freno a mano tirato, i dati sulla povertà. Nel 2020 in Calabria si contano circa 96mila famiglie in povertà assoluta su un totale di 806mila famiglie. Nella maggior parte dei casi, con un titolo di studio che arriva al massimo alla licenza media. Più della metà degli occupati poveri lavora nei settori del commercio all'ingrosso o al dettaglio; il 24,4% in quello della riparazione di autoveicoli e motocicli; il 21,6% in agricoltura, silvicoltura e pesca; il 14,4% sono impiegati nel settore delle costruzioni; l’8,3% nell’industria; il 7,3% nelle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione; il 3,3% nel settore della sanità e dell'assistenza sociale.

41 milioni per il ricollocamento

È in questo difficile contesto regionale – aggravato semmai dalla recente crisi determinata dal caro energia - che dovrà muoversi il dipartimento Lavoro della Regione Calabria destinatario di un finanziamento del valore di 41 milioni di euro a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il programma denominato Gol - programma di garanzia e occupabilità dei lavoratori – dovrà coinvolgere in un primo tempo 27mila beneficiari. Inizialmente è prevista la profilazione del bacino così individuato e successivamente l’affidamento ad enti di formazione per il reinserimento lavorativo.

Offerte di lavoro a vuoto

E le offerte di lavoro, in teoria, non mancano. Al contrario, in Calabria risultano profili di difficile reperibilità. «Nel 2021 il sistema informativo Excelsior ha previsto un totale delle entrate nelle imprese della Calabria pari circa 94mila addetti. Complessivamente il 25,4% dei profili richiesti è considerato dalle imprese intervistate di difficile reperimento», si legge ancora nel report.

Artigiani e meccanici cercasi

A titolo d’esempio, a fronte «degli 800 artigiani che dovrebbero andare a coprire posizioni vacanti il 67% è considerato di difficile reperimento o per inadeguatezza delle competenze possedute o per assenza di candidati. Stessa condizione per i meccanici artigianali, montatori e manutentori: rispetto ad un fabbisogno di 1430 profili ben 860 sono difficili da reperire. Dei 7390 conduttori di veicoli previsti in entrata nel sistema produttivo calabrese, un terzo è di difficile reperimento così come gli artigiani e gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni».

L'incastro perfetto

Insomma, si ricercano profili professionali particolarmente qualificati e specialistici di cui il mercato sembra essere al momento sprovvisto. Verso queste praterie occupazionali intende muoversi il programma Gol che dovrà dimostrarsi all’altezza di far combaciare offerta e domanda di lavoro.