Sognare non costa nulla. Soprattutto se hai 23 anni e vivi in una terra che ti presenta ogni giorno mille difficoltà. La storia di Romania, giovanissima tropeana dagli occhi grandi come la sua timidezza, è l’emblema di chi lotta e vince. Perché diventare imprenditrice a poco più di vent’anni, in Calabria e in piena pandemia, non è una notizia che si legge tutti i giorni.

«Ho aperto a maggio di quest’anno. All’inizio è stata dura, ma poi piano piano è andato tutto sempre meglio», ci dice dal suo pastificio di Tropea. Già dalle prime parole traspare un amore smisurato per la ristorazione, dovuto a un’infanzia tra i fornelli di papà Francesco, chef e titolare di un ristorante nel cuore della città: «La passione nasce proprio perché mio padre fa da sempre questo lavoro e, durante la stagione turistica, gli do una mano. In estate non ho un minuto libero, mi divido tra il laboratorio e il ristorante».

Idee chiare sin da subito per Romania, un nome insolito ma molto diffuso a Tropea, per via di quel quadro ritenuto miracoloso che da secoli è venerato in cattedrale. Una dedizione paragonabile a quella che la ragazza infonde nelle sue creazioni quotidiane: «Produco diversi tipi di pasta, dagli gnocchi ai filej, la pasta tipica regionale, ma mi piace anche sbizzarrirmi con idee innovative: i ravioli ripieni di pesce o carne, la pasta al cacao o alle verdure. Insomma mi piace inventare e i clienti apprezzano».

La sua storia, segnalataci dalla rete Hub Calabria, è quella di chi è andato fino in fondo, nonostante il destino remasse contro sin da subito: «Ho avuto accesso ai fondi per l’imprenditoria giovanile, ma per problemi burocratici sono rimasta ferma due anni. La situazione si è sbloccata in piena emergenza Covid. A quel punto avevo due scelte: aprire subito e sfidare la sorte o rinunciare al sogno. E, alla fine, la passione e l’amore per questo lavoro hanno prevalso su tutto: mi sono buttata ed eccomi qua».

Un’esperienza da far ascoltare e riascoltare alle migliaia di giovani sfiduciati o passivi di fronte al proprio futuro, ancor più disorientati dalle conseguenze economiche e sociali del virus: «A chi pensa di non farcela o di andare via dalla Calabria dico di non mollare, di portare avanti le proprie idee e inseguire i propri sogni. È vero, non è facile, ma quando c’è la passione e, soprattutto, l’impegno si possono raggiungere tutti i traguardi».