Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
«Wanda Ferro ha detto una cosa giusta nella sua inutile e inconcludente replica alla nota del sindaco di Dinami quando ha evidenziato che dietro alla storia dei finanziamenti provenienti dal Piano regionale degli interventi prioritari dei sistemi fognari e depurativi c’è anche “un compiacente sindacato”. L’allusione è fin troppo naturale per cui accolgo la sua provocazione che mi invita a risponderle per evitare che gli elettori non capiscano e si facciano una idea diversa della Cisal e cosa rappresenta con i suoi quasi due milioni di iscritti su tutto il territorio nazionale, soprattutto sul piano dell’impegno teso a rendere una sempre migliore condizione di vita della società odierna».
A rispondere per le rime alla candidata di Fratelli d’Italia alla Camera all’uninominale nel collegio Vibo-Soverato, è il leader del sindacato Cisal, nonché coniuge del sindaco di Dinami Maria Ventrice che ha ingaggiato un aspro confronto con l’ex presidente della Provincia di Catanzaro.
Franco Cavallaro entra dunque a gamba tesa nel dibattito sui fondi destinati dalla Regione alla depurazione nel Vibonese chiedendosi «soprattutto come libero cittadino, cosa può significare, concretamente, per gli attenti elettori la candidatura di Wanda Ferro per il collegio di Vibo-Soverato quando è a tutti noto che non ha mai speso un minimo di intervento sui i tantissimi problemi che si sono accavallati negli anni e che hanno reso questo territorio terra di nessuno. Sono, altresì, a chiedermi se è stato ideale, per interpretare dignitosamente questa sempre più combattente realtà territoriale alle prese con i più gravi problemi legati alla precarietà economica e occupazionale, accogliere la disponibilità di Wanda Ferro che nelle immediatezze della vigilia elettorale è stata considerata una candidatura in discussione e sicuramente per rispondere al più eloquente interrogativo: cosa sa, l’attuale consigliere regionale, dei problemi di Vibo Valentia e dintorni?».
Oppure, si chiede ancora il leader sindacale, «pensa che l’aver ottenuto la cittadinanza onoraria di un operoso comune della cintura vibonese, Ionadi, o l’aver partecipato a qualche scarsa e scialba apparizione nei salotti televisivi de LaC Tv, possa essere stato sufficiente per farla conoscere ed apprezzare anche da queste parti? Quanto lei sostiene, a proposito delle difficoltà della realtà vibonese, è sufficiente per farle ottenere una carta di credito per essere creduta nelle sue promesse? Inoltre - prosegue - è anche giusto che spieghi a Wanda Ferro perché apprezzo il suo richiamo al “compiacente sindacato” perché mi offre l’opportunità di ricordarle, ove non lo avesse mai appreso, che anche sulla “sua” Catanzaro la Cisal da tempo continua a pungolare il sistema politico nel supremo interesse della difesa dei diritti dei lavoratori visti i disagi e le difficoltà che gli stessi lavoratori della Regione Calabria subiscono in attesa di conoscere il più adeguato diritto ad operare in piena e garantita sicurezza sociale e ambientale».
La Cisal, ricorda Cavallaro, «è attiva non soltanto per garantire il diritto al lavoro e ad una pensione sempre più adeguata alle legittime esigenze degli anziani quanto a favorire un sempre più intenso piano di occupazione per i giovani e per quanti hanno diritto ad avere un lavoro, senza dimenticare che ha sempre posto il suo impegno anche sulla necessità di interpretare alla meglio e far suoi i grandi e piccoli problemi che rendono difficile la vita da queste parti. Il tutto perché la Cisal ha sempre assunto un ruolo non certo di secondo piano nel contesto del dibattito più generale sulle problematiche più avvilenti e che hanno portato istituzioni, sindacati, professioni, associazioni e forze sociali ed emergenti a perseguire il conseguimento di un progetto di condivisione, utile a far uscire la popolazione dal tunnel del degrado e dalle preoccupazioni di tutti i giorni».
In conclusione «se Wanda Ferro, per come sostiene, ha un conto da presentare alla popolazione vibonese sui suoi interventi, nei vari incarichi, a favore di questo territorio, lo presenti subito. Gli elettori vibonesi, ed io per primo, di fronte ai fatti, potremmo ricrederci. Siccome non viviamo su Marte mi sembra che diventi difficile trovare il suo nome legato a qualche importante ed essenziale iniziativa che ha aiutato questa città e dintorni a superare molti dei suoi problemi da sempre irrisolti».