VIDEO | Tavola rotonda a Rende con i vertici degli ordini professionali per discutere dei nuovi compiti di vigilanza attribuiti ai consulenti
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Il confronto tra commercialisti promosso a Rende dai vertici degli ordini professionali della provincia di Cosenza fa il punto, con l’intervento di accademici, avvocati esperti in ambito economico-contabile ed anche del giudice delegato al fallimento e alle procedure immobiliari del tribunale bruzio Mariarosaria Savaglio, sulle nuove norme relative alla crisi di impresa appena approvate dal Consiglio dei Ministri, che attribuiscono ai consulenti un importante ruolo di vigilanza, con l’obiettivo di preservare il compendio aziendale ed anticipare eventuali stati di insolvenza tali da poter condurre verso il fallimento. Ospitato nella sala Carlo De Cardona del centro direzionale BCC Mediocrati e introdotto dai saluti del presidente dell’istituto bancario Nicola Paldino, all’appuntamento hanno preso parte, tra gli altri, Nino Ventura, Fernando Caldiero e Vincenzo Cesarini, rispettivamente presidenti degli ordini dei commercialisti di Cosenza, Paola e Castrovillari.
La vigilanza che protegge il mercato
«Con la segnalazione anticipata per l’emersione della crisi aziendale da parte del professionista – ha affermato Nino Ventura – Oggi non si parla più di una teorica conoscibilità del commercialista ma di una effettiva conoscenza dello stato di difficoltà di una impresa. Si tratta di una svolta poiché le segnalazioni dei consulenti orientate ad anticipare la crisi assumono così un crisma di ufficialità. Si concretizza quindi per i commercialisti – ha sottolineato – un ruolo di vigilanza attiva e propositiva». L’onda lunga della recessione del 2008, acuita poi dallo stop delle attività imposto dal Covid e successivamente anche dagli squilibri alimentati dal conflitto russo-ucraino, ha messo a dura prova la tenuta delle imprese sul mercato.
Ai commercialisti le nuove norme richiedono uno sforzo per individuare i campanelli d’allarme che precedono lo stato di insolvenza così da poter intervenire prima che sia troppo tardi: «In questo modo – ha chiosato Ventura – si possono mettere in atto gli strumenti per preservare l’azienda e, con essa, i posti di lavoro ed il patrimonio aziendale. È una pratica con la quale si cerca pure di tutelare il mercato ed evitare che possa essere drogato da imprese avviate verso il fallimento e che quindi non pagano stipendi, non pagano contributi, non pagano le imposte».