VIDEO | Giuseppe Davì è un artigiano di Palmi che percepisce una cospicua pensione ma è convinto che gli spetti di più, come dimostrerebbero i suoi maniacali calcoli. Ha vinto una prima causa e si prepara ad un secondo ricorso, una battaglia iniziata nel 2000
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Giuseppe Davì non molla. Da 19 anni, da quando ha maturato l’età per la pensione da artigiano, contesta all’Inps il conteggio del tempo lavorato e dei contributi versati che formano il suo assegno. «Prendo poco più di 1.300 euro al mese – ammette il pensionato di Palmi -, non nascondo che sia una cifra ragguardevole ma subisco un’ingiustizia e non intendo cedere». Davì, che in città tutti conoscono come "mastru Pino" - per la sua bravura come carrozziere - ha iniziato a lavorare a 12 anni, in un’età che non prevede il versamento di contributi, ma ugualmente sostiene che «l’Inps doveva farmi andare in pensione già nel 2000, l’ha fatto con tre anni di ritardo, e quando l’ha fatto mi ha tagliato settimane e somme».
C’è stata già una prima causa vinta dall’artigiano «e l’Inps - spiega – continua a non tenere conto di quanto ha stabilito il Tribunale, ecco perché mi preparo ad un secondo ricorso». Davì per una vita ha tenuto il conto dei contributi che ha versato, li ha annotati a penna su dei fogli a quadretti che ora esibisce come una pergamena di laurea, ed è in forza di questo metodo che insiste. «Dovrei prendere un assegno mensile di almeno 1.800 – conclude – ma non è solo una questione di soldi, quanto soprattutto di giustizia: ho versato ed ho diritto». Da noi contattata al telefono, la direttrice della sede palmese dell’Inps spiega di conoscere bene il caso ma di non essere autorizzata a rilasciare interviste.