VIDEO | Conti pubblici ingessati dal super bonus. Pierpaolo Bilotta (Confapi Calabria): «Si prospetta un clamoroso passo indietro nell'applicazione dei sostegni al tessuto produttivo»
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La decontribuzione applicata alle aziende del Sud, con uno sgravio del 30 percento fino al 2025 e, a scalare, del 20 e poi del dieci percento fino al 2029, introdotta dopo il Covid per favorire la ripresa e prorogata per sostenere il tessuto produttivo in seguito alla crisi economica generata dalla guerra in Ucraina, rischia di subire uno stop già il prossimo 30 giugno se la Commissione Europea non autorizzerà l’estensione della misura. Il Ministro Raffaele Fitto ha preannunciato l’avvio di un negoziato del Governo. Preoccupata l’imprenditoria locale perché gli effetti della interruzione del beneficio sarebbero un duro colpo.
Il superbonus ha squassato i conti
Il congelamento delle agevolazioni sarebbe da ricondurre alla emorragia finanziaria determinata dalla misura del superbonus 110. Uno scossone per i conti pubblici, tale da rendere difficoltosa l’applicazione anche della Zes unica per le regioni meridionali, che avrebbe dovuto sostituire il credito d’imposta Mezzogiorno. Mancano i decreti attuativi. Così gli investimenti restano congelati. «Il beneficio sul mercato occupazionale della decontribuzione è stato enorme» ricorda Pierpaolo Bilotta, delegato per gli ambiti fisco e credito di Confapi Calabria, l’associazione datoriale che riunisce la piccola e media industria. «La sensazione – aggiunge – è che alla luce delle difficoltà per lo Stato di tenere fede agli impegni di spesa assunti in precedenza, sia in corso una profonda rivisitazione del sistema delle agevolazioni pensate per il Sud dove però le aziende hanno pianificato le strategie sulla base dell’importante risparmio garantito dalle agevolazioni stesse».
Guardando al Decreto Coesione
Bilotta sottolinea come la decontribuzione per le regioni del Mezzogiorno sia un provvedimento previsto dalla legislazione italiana, ma soggetto al via libera dell’Unione Europea che al momento, ne ha autorizzato l’impiego fino al mese prossimo. «Il quadro che potrebbe generarsi in conseguenza della eventuale mancata proroga, è assolutamente allarmante – sottolinea Bilotta – Sarebbe un clamoroso passo indietro in un momento in cui il passaggio all’applicazione dei sostegni previsti dalla Zes non si è ancora concretizzato». Intanto si discute anche di un altro pacchetto di misure che il Governo sarebbe pronto a varare, contenuto nel Decreto Coesione: «Si fa riferimento ai nuovi assunti a tempo indeterminato fino a 35 anni di età che per la zona Zes comporterebbe un beneficio di circa 660 euro mese di agevolazione contributiva. Sempre se sarà confermato lo sgravio del trenta percento in scadenza al 30 giugno. Altrimenti anche questi ultimi sostegni in predicato di essere approvati rischiano di rivelarsi inefficaci».