L’auditorium Access Point di Roghudi, nel cuore della valle grecanica nel reggino, ha ospitato l'assemblea indetta dal comitato spontaneo dei produttori della filiera bergamotticola che non intendono arrendersi alle decisioni del palazzo e che continueranno a sostenere e a invocare l’indicazione Geografica protetta (Igp) quale migliore garanzia per il Bergamotto di Reggio Calabria. Un dissenso, verso la recente ritrattazione della Regione, che sarà ribadito in tutte le sedi necessarie. Martedì, giorno in cui è stato convocato il Consiglio Regionale, a Reggio fuori da palazzo Campanella, avrà luogo un sit-in di protesta.

La manifestazione di ieri ha seguito di alcuni giorni la revoca del parere che la Regione aveva espresso nel 2021 in favore del riconoscimento dell'Indicazione Geografica Protetta (Igp) per il Bergamotto di Reggio Calabria. Revoca che ha bloccato l’iter già avanzato del riconoscimento, scatenando le proteste dei produttori che l’avevano sostenuta e che ancora oggi non comprendono le ragioni di questo dietro front, dagli stessi definito come «un atto di arroganza e di imperio».

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Lo scorso dicembre il disciplinare Igp del Bergamotto di Reggio Calabria aveva incassato l’ok del Ministero. Tutti, Regione compresa, come del resto dichiarato in più occasioni anche dall'assessore al ramo Gianluca Gallo, erano in attesa della convocazione della Riunione di Pubblico Accertamento da parte dello stesso ministero dell’Agricoltura. In quell'occasione, la lettura pubblica del disciplinare avrebbe aperto la fase finale dell'iter per il riconoscimento dell'Igp Bergamotto di Reggio Calabria.

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La revoca della Regione

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, dopo un incontro con le parti, nei giorni scorsi ha invece comunicato di voler revocare il parere per l'Igp per favorire l'iter per la Denominazione di Origine Protetta (Dop), nell'ambito del quale la stessa Regione aveva per altro già espresso parere favorevole lo scorso settembre. Dunque tra i due iter avviati - Igp Bergamotto Reggio Calabria e Dop Bergamotto di Reggio Calabria - e per i quali aveva già manifestato parere favorevole, ne ha scelto uno: quello della Dop, ritenuto più garantista del prodotto e della filiera.

L'iter per la Dop, incentrato sull'estensione delle denominazione di origine protetta già propria dell'olio essenziale dal 2001 al frutto, è sostenuto dal Consorzio di Tutela del Bergamotto, da Union Berg Op, dalla Camera di Commercio, dalla Stazione Sperimentale, dalle associazioni di categoria Confagricoltura e Coldiretti e dall'università Mediterranea.

I produttori: «Vogliamo essere ascoltati e coinvolti»

«Questa assemblea è nata dal basso - ha spiegato Giuseppe Falcone del Comitato spontaneo dei bergamotticoltori - un'assise assolutamente allargata e trasversale, aperta a tutti coloro che vogliono capire cosa stia accadendo. Ci ritroviamo a difendere il Bergamotto, prodotto sotto attacco dell'ambiente ma, a questo punto, anche della politica. Aspettavamo con ansia la convocazione della Riunione di Pubblico Accertamento dell'Igp. Quella per altro avrebbe potuto essere l'occasione giusta per opporsi ed esporre gli argomenti a supporto di una posizione differente. Invece, per l'ennesima volta si è preferito adire le stanze segrete e non coinvolgere i produttori, realmente rappresentativi del comparto, nelle discussioni e nelle decisioni».

«Riteniamo l'interruzione di questo iter, nel quale continuiamo a credere, come un atto arbitrario e non desisteremo dal voler comprendere cosa sia avvenuto. Lo chiediamo alla politica e ci faremo sentire a Roma. Intendiamo evidenziare che l'iter non è stato interrotto per perorare la causa sostenuta dalle associazioni più rappresentative perchè solo Coldiretti e Confagricoltura sono, al momento, rimaste a sostenere la Dop. Dunque di quale rappresentatività stiamo parlando? Noi produttori vogliamo avere voce in capitolo, come finora non è avvenuto», ha concluso Giuseppe Falcone del Comitato spontaneo dei bergamotticoltori.

Il comitato promotore dell’Igp Bergamotto di Reggio Calabria

All'assemblea ha preso parte anche il comitato promotore dell’Igp Bergamotto di Reggio Calabria rappresentato dall'agronomo Rosario Previtera e che «annovera più di 300 tra agricoltori, cooperative e trasformatori per più di 530 ettari di bergamotteti, ossia più del 50% dei bergamotticoltori reggini censiti dal settore agricoltura della Città Metropolitana e più di un terzo dei bergamotteti censiti dall’Istat nel 2022, pari a 1.500 ettari».

«Eravamo in attesa della lettura ufficiale del Disciplinare e della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che avrebbe sancito la nascita di una entità che avrebbe consentito al Bergamotto di Reggio Calabria Igp di essere commercializzato in Italia e all'Europa con un marchio di qualità. Lo scorso 28 febbraio u.s. invece, proprio mentre a Strasburgo in plenaria veniva approvato il nuovo regolamento sulle Igp in linea con la nostra azione, stranamente la Regione decideva di sostenere la Dop. Un dietrofront motivato con l'argomentazione secondo la quale la Dop rappresenta la migliore garanzia per la filiera. Ci è parso strano questo ripensamento a distanza di tre anni dall'avvio dell'iter che aveva già incassato il parere favorevole della Regione e che era ormai in fase avanzata al punto da avere indotto il Ministero a sospendere l'iter più recente della Dop proprio lo scorso gennaio. Gli agricoltori non possono tollerare quanto sta avvenendo».

Igp e Dop, stesso valore

«La decisione della Regione non convince neppure nel merito. L'Igp e la Dop, infatti, hanno lo stesso valore. Sono stati - prosegue Rosario Previtera - gli stessi produttori a mettere nero su bianco nel Disciplinare che, al pari della Dop, non sarebbe stato consentito ingresso a frutti da altre aree italiane o estere e che tutte le fasi di coltivazione, produzione, lavorazione e trasformazione avrebbero dovuto svolgersi nell'area vocata. Dunque il frutto coltivato nel reggino sarebbe stato tutelato alla stessa stregua della Dop. Il motivo per il quale non abbiamo inizialmente proceduto con la Dop ma piuttosto con Ipg per il frutto risiede nella volontà di non andare in conflitto con la denominazione già riconosciuta per l'olio essenziale. Inoltre l'orientamento comunitario, pienamente confermato proprio dalle nuove regole per l'Igp recentemente approvate, è quello di riservare la Dop a prodotti di nicchia come il cedro e di destinare il mercato ortofrutticolo all'Igp. Tale stato di fatto rende ancora più incomprensibile il comportamento della Regione. Lo stesso assessore al ramo Gianluca Gallo pubblicamente aveva dichiarato che nulla ostava alla convocazione della Riunione di Pubblico accertamento e alla positiva conclusione di un iter che avrebbe concretizzato il bene della Calabria». Così conclude Rosario Previtera, in rappresentanza del comitato promotore dell’Igp Bergamotto di Reggio Calabria.