VIDEO | Un'eccellenza delle investigazioni in materia di criminalità organizzata alla guida delle Fiamme gialle. Insediatosi già da qualche settimana, il colonnello Roberto Prosperi ha incontrato i giornalisti: «Il finanziere – ha detto – deve essere un punto di riferimento per i cittadini»
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Dagli affari dell’immobiliarista Coppola, e degli altri “furbetti del quartierino”, ai santuari della camorra, dei Mallardo, dei Casalesi. Già comandante della scuola di Orvieto, quella in cui le Fiamme gialle addestrano i propri baschi verdi, passando per il vertice del Gico di Napoli. Pesca nell’élite del Corpo, la Guardia di finanza, che ha scelto Roberto Prosperi quale nuovo comandante provinciale di Vibo Valentia.
Insediatosi già da qualche settimana, nella sede di Vibo Marina, ha incontrato i giornalisti. Affiancato dal suo vice, il tenente colonnello Rolando Venturen, dal maggiore Alessio Iannone (comandante del Nucleo di Polizia economico-finanziaria), dal capitano Francesco Venditti (comandante della Compagnia di Vibo Valentia), dal sottotenente Rocco Petracca (comandante della Sezione di Tutela economia del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Vibo Valentia) e dal luogotenente Giovanni Frangiamore (comandante della Tenenza di Tropea), il neo numero uno delle Fiamme gialle in una delle province italiane a maggiore densità criminale, mostra grande determinazione, forte del suo bagaglio d’esperienza del suo campo in situazioni operative ed in contesti ad alto rischio. Consapevole dell’arduo compito che lo attende - contro cosche, traffici di droga, zone grigie della politica e dell’economia, ma anche truffe, evasioni fiscali e illegalità diffusa - ribadisce piena fiducia negli uomini che lo affiancano, ad iniziare dai suoi ufficiali, nel Corpo, ma anche nell’autorità giudiziaria.
D’altro canto è al cittadino che rivolge le sue attenzioni: «Il finanziere - ha chiarito - non è un nemico, ma deve essere un punto di riferimento, un baluardo per la tutela dei diritti del cittadino e di una società dove l’inquinamento economico e finanziario finisce con il frenare una crescita che può avvenire solo nel solco della legalità».