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VIBO VALENTIA - Tra le tante attività criminali, ne esiste una che vanta introiti milionari come una multinazionale. E’ il giro d’affari illegale legato al gioco d’azzardo in “nero”. Protagoniste assolute di questo sistema malato sono le slot machine truccate. Il metodo è semplice. I cittadini, sempre più attirati da questa falsa “vincita facile”, giocano, rischiando il più delle volte non solo di perdere tutto ma di impoverire lo Stato e di arricchire le organizzazioni criminali, capaci di alterare i dispositivi, scollegandoli dai Monopoli di Stato e incassando illegalmente i proventi.A sostenerlo è Maurizio Fiasco, autore per la Consulta Nazionale Antiusura della ricerca "Il gioco d'azzardo e le sue conseguenze sulla società italiana". La fotografia scattata dall’esperto è allarmante. Tra le prime 25 province, per incidenza del consumo di gioco sul reddito, undici sono del Sud. La prima provincia in assoluto è Napoli, seguita da Reggio Calabria, Roma, Vibo Valentia e Caserta. Come si è arrivati a tali risultati? Correlando i dati sulla spesa "ufficiale" con quelli sulle infiltrazioni mafiose. "In certi luoghi la spesa per le slot - a differenza di quella per Lotto e Superenalotto, più controllati - è inspiegabilmente bassa". "Abbiamo scoperto – continua - che i territori con spesa più bassa sono quelli indicati dal ministero dell'Interno per maggiore presenza mafiosa. Dunque dove è possibile che molte slot siano manomesse". E dove finiscono le stime inizia la responsabilità degli amministratori, cui la Consulta rivolge un duplice appello controllare le slot per scovare le manomissioni; e varare regolamenti che le limitino. Tanto più che negli scorsi giorni il Consiglio di Stato ha emesso una storica sentenza che ammette la possibilità per i Comuni di regolamentare il fenomeno, purché illustrino l'impatto delle sale gioco sul singolo territorio. (ab)