Ennesima fumata nera per i tirocinanti di inclusione sociale e convocazione di una manifestazione di protesta in programma il prossimo 7 maggio a Catanzaro. È questo l'esito dell'incontro avvenuto ieri in Cittadella, i sindacati convocati dall'assessore al Lavoro, Giovanni Calabrese, per dirimere l'aspetto economico della contrattualizzazione degli tirocinanti, aperto dall'approvazione Parlamento dell'emendamento al Milleproroghe.

«Le risposte odierne non sono soddisfacenti» ha chiarito Ivan Ferraro, segretario Nidil Cgil Calabria al termine del confronto. «Abbiamo registrato una apertura da parte della Regione di andare a recuperare chi del bacino è rimasto escluso, ovvero chi non appartiene agli enti locali, ma nessuna soluzione ci è stata prospettata sulla copertura economica. Quindi alla nostra richiesta di individuare circa 60 milioni per il costo di contrattualizzazione per 18 mesi, la Regione ci ha fatto sapere di non avere una tale disponibilità. Di conseguenza, procederemo il 7 maggio ad una mobilitazione davanti alla Prefettura per sensibilizzare il Governo. L'invito ai lavoratori è di partecipare in massa per conquistare quello che è un loro diritto» ha concluso il sindacalista.

«L'assessore ci ha convocato per aggiornarci sulle interlocuzioni che la Regione sta tenendo con i ministeri ma le richieste che riguardano il recupero dei tirocinanti di tutti gli enti e soprattutto quella della sostenibilità finanziaria dell'emendamento rimangono insolute» ha precisato Luca Muzzopappa, segretario Uiltemp. «Sui territori c'è una forte voglia di mobilitazione per far tornare il tema dei tirocinanti al centro dell'attenzione istituzionale e politica della Calabria».

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«Al tavolo abbiamo chiesto che la normativa venga modificata per far sì che possano rientrare quei tirocinanti esclusi ma abbiamo chiesto inoltre che anche altri comuni che hanno bisogno oggi e che mai hanno avuto i tirocinanti affinché la platea possa essere spalmata su tutto il territorio regionale» ha aggiunto Saverio Bartoluzzi, rappresentante Usb Calabria.

«Ciò che è certo è che senza fondi e con la sola disponibilità di 5 milioni non è una soluzione praticabile. Nei prossimi giorni scenderemo in piazza non perché siamo contro qualcuno ma perché dobbiamo tutelare questi lavoratori e far cambiare l'idea per cui in Calabria la massima aspirazione per un lavoratore debba essere un contratto precario. Ciò è inaccettabile».