Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
Hanno deciso di passare dalle parole a fatti concreti, i 40 lavoratori della fondazione Terina, che aspettano ormai sette mensilità di stipendio arretrate. In una dura nota, diffusa dalle sigle sindacali, i dipendenti dell'ente in house della Regione annunciano: "La Regione Calabria ha deciso di abbandonarci. E lo ha fatto nel peggiore dei modi, attraverso un inganno (l’ennesimo) che non mancheremo di denunciare anche in forma clamorosa. Se l’insopportabile stato di disagio economico non sarà mitigato con il pagamento delle spettanze arretrate, nei prossimi giorni non saranno garantiti i servizi ai dipartimenti regionali che hanno programmato iniziative nel centro." Una presa di posizione più concreta rispetto alle agitazioni e alle proteste dei mesi scorsi. Che a detta delle sigle sindacali, nulla hanno portato: "La Regione ci aveva garantito che avrebbe attuato la norma della legge (la n.24 del 2013) che prevede una riforma razionale e giusta per i lavoratori. Invece, dopo 32 mesi dall’entrata in vigore di quel provvedimento,mobilitazioni, denunce , interrogazioni parlamentari e consiliari, un consiglio comunale aperto della città di Lamezia, la giunta Oliverio continua ad umiliare 40 lavoratori, i quali forse sono troppo pochi per destare attenzione e per meritare dignità. L’unica “riforma” che gli esecutivi attuano è quella di nominare presidenti e commissari , di fatto, senza poteri e senza risorse. Ricordiamo, al riguardo, che negli ultimi 5 anni la fondazione ha avuto ben 4 alti dirigenti tra presidenti e commissari straordinari." A nulla è servito persino il tentato suicidio di uno dei lavoratori, nei mesi scorsi: "Qualcuno nei mesi scorsi si è addirittura lasciato prendere la mano dallo sconforto provocato dall’indifferenza della politica regionale. Quel sacrificio ci aspettavamo sensibilizzasse il Governatore e la giunta tutta, ma niente di fattivo è accaduto: solidarietà di facciata e basta. La riforma di Terina, nonostante sia imposta dalla legge, continua ad essere sulla carta, l’ente è finanziariamente fallito, i suoi laboratori ( tra i migliori d’Europa) non decollano.
Insomma un dramma che non mancheremo di visibilizzare questa volta anche a livello nazionale. Il governo centrale e i media devono infatti sapere che nella piana di Lamezia esistono laboratori sul fronte della sicurezza agroalimentare che potrebbero garantire futuro e profitti a lavoratori, indotto e imprese, ma che la regione per inspiegabili (e forse indicibili) motivi non vuole far funzionare come si deve." Una nuova agitazione in vista, quindi, per i dipendenti di un ente la cui gestione problematica e deficitaria, negli anni, ha prodotto una bomba sociale pronta a esplodere. Con conseguenze nefaste per tutti.
Guglielmo Mastroianni