Per il coordinatore nazionale Calosi e il segretario regionale Calabrone «a Corigliano l'attività può coesistere con le vocazioni del porto»
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«Le istituzioni calabresi devono sostenere questi investimenti senza tentennamenti anche attraverso un confronto serrato ma costruttivo e, se esistono impegni disattesi, questi non possono mettere in discussione un investimento industriale di questa portata». È quanto affermano, in una nota congiunta, il coordinatore nazionale Fiom Cgil Daniele Calosi e il segretario generale Fiom Calabria Umberto Calabrone a seguito dell'incontro con cui Baker Hughes ha presentato alle istituzioni calabresi il progetto di investimenti già discusso, in precedenza, con i coordinatori nazionali, le segreterie regionali e rerritoriali di Fim, Fiom, Uilm e la Rsu.
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«Gli investimenti previsti nel sito Nuovo Pignone di Vibo e sul porto di Corigliano Rossano in Calabria - aggiungono Calosi e Calabrone - ammontano a 70 milioni di euro. Sono finalizzati alla costruzione di moduli industriali e avranno ricadute in termini di rafforzamento del gruppo nel sito di Vibo, che già in questi anni ha visto un incremento significativo di ore lavorate con un maggiore occupazione. Su Corigliano Rossano riguarda una superficie di circa 100 mila metri dove saranno realizzati dei moduli industriali, la verniciatura e il montaggio delle strutture, nonché l'assemblaggio finale di moduli per attività verticali rispetto a quelle che l'azienda già svolge nel proprio sito di Avenza".
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«Nel corso dell'incontro - si sostiene nella nota di Fiom Cgil - sono stati confermati tutti gli investimenti presenti in Italia, a dimostrazione di come Baker Hughes ritenga il nostro Paese fondamentale per il futuro dell'intero gruppo. Come Fiom abbiamo espresso soddisfazione sia per Vibo che per Corigliano Rossano, fugando in tal modo qualsiasi dubbio in merito alla bontà dell'investimento ribadito in modo unanime da tutti coloro che sono intervenuti alla presentazione il giorno 15. Sempre come Fiom abbiamo poi richiesto la necessità di coinvolgere al meglio il territorio di Corigliano Rossano, sapendo che l'investimento può coesistere con le vocazioni che il porto dovrebbe mettere in campo dalla sua nascita, così come avviene in tanti altri porti d'Italia, dove ambiente, turismo, attività ittiche e industriali insieme hanno fatto la ricchezza di intere comunità. Le istituzioni calabresi devono sostenere questi investimenti senza tentennamenti anche attraverso un confronto serrato ma costruttivo e, se esistono impegni disattesi, questi non possono mettere in discussione un investimento industriale di questa portata».